Campania, Ciarambino: “Ospedale S. Paolo, misure definitive per impedire chiusure reparti e PO”

Campania – “La chiusura parziale, nei giorni scorsi, dei reparti di Pediatria, Neurologia e Ortopedia dell’ospedale San Paolo di Napoli è un campanello d’allarme che non può passare inascoltato.

Sappiamo bene che le soluzioni individuate nell’immediato, per evitare che in determinate fasce orarie i cittadini trovino le porte chiuse, sono solo un palliativo. Parliamo di un nosocomio in cui la sala operatoria chiude alle 13 e dal quale il primario di Ortopedia, dopo aver denunciato per mesi, inascoltato, la grave carenza di ortopedici (appena 3 per 24 ore), si è visto costretto a rassegnare le sue dimissioni. Ricorrere a turni straordinari e a prestazioni aggiuntive non può essere una soluzione definitiva. Dobbiamo agire con interventi e misure strutturali, per evitare che con l’estate e il sacrosanto diritto alle ferie del personale sanitario, si riaffacci una situazione di grave emergenza, col rischio di far collassare un sistema sanitario che fa i conti ovunque con una atavica carenza di personale”. Lo ha dichiarato la vicepresidente del Consiglio regionale della Campania e capogruppo M5S Valeria Ciarambino, che questa mattina ha preso parte al sit in indetto dal sindacato Nursind davanti all’ospedale San Paolo. 

“Il rischio – ha aggiunto Ciarambino – è di inflazionare ulteriormente un Cardarelli dove nelle scorse settimane non si trovava spazio neppure per le barelle. Ho già proposto come soluzione tampone di dirottare al San Paolo personale eventualmente sottoutilizzato di quei nosocomi della stessa Asl, che hanno i Pronto Soccorso chiusi da tempo. Il San Paolo è una struttura di riferimento fondamentale e già in queste settimane è stata paventata più volte la chiusura del Pronto Soccorso, che avrebbe effetti devastanti sull’intero sistema di emergenza-urgenza. Nei prossimi giorni chiederò di incontrare il direttore generale della Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, per individuare assieme soluzioni opportune e definitive perché il nosocomio di Fuorigrotta possa tornare al più presto un presidio di eccellenza”.

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