Carcere Napoli-Poggioreale, OSAPP: “Detenuto incendia materasso della cella”

Poggioreale – Verso le ore 10,30 di ieri 6 Luglio, un detenuto di nazionalità marocchina ha incendiato il materasso della cella al terzo piano del reparto Milano del carcere di Napoli-Poggioreale e malgrado l’immediato spegnimento da parte del personale di Polizia Penitenziaria in poco tempo il fumo ha invaso il terzo e il secondo piano del reparto detentivo per cui si è dovuto provvedere all’evacuazione temporanea di circa 60 (sessanta) detenuti.

Alcuni Agenti e alcuni detenuti hanno dovuto ricorrere a successive cure mediche a seguito dell’inalazione dei fumi. A dare la notizia è il Segretario Generale dell’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Leo Beneduci che prosegue : “Al terzo piano del reparto Milano del carcere di Napoli Poggioreale sono allocati detenuti allontanati da altri settori ai sensi dell’Articolo 32 dell’ordinamento penitenziario e spesso si tratta di detenuti che manifestano disturbi di natura psichiatrica. In questi ultimi giorni, peraltro, proprio dal reparto Milano sono pervenuti segnali di forte insofferenza da parte dei reclusi tant’è che appena il giorno precedente un altro ristretto aveva divelto il termosifone della cella iniziando a sbatterlo sulle inferriate. Preoccupante peraltro il fatto che a seguito dell’incendio del materasso sarebbero state disponibili per tre piani solo due maschere antigas di cui il personale presente purtroppo non conosceva l’utilizzo. Al di là dei motivi delle irrequietezze e delle ‘proteste dei detenuti’ – prosegue il leader dell’O.S.A.P.P. – che sarebbero da ultimo causate da un cambio di orario nei colloqui coi familiari, la situazione del carcere di Napoli – Poggioreale sta diventando incandescente ed è l’ottimo personale di Polizia Penitenziaria in servizio nella struttura a pagarne le più dirette conseguenze. Peraltro – conclude Beneduci – preoccupa il fatto che istituti penitenziari quali quello di Napoli Poggioreale, di regola non investiti da particolari eventi critici riguardo l’ordine e la sicurezza interni malgrado l’altissimo sovraffollamento, inizino a manifestare anch’essi quei segnali tipici della disgregazione e della disorganizzazione propri del sistema penitenziario italiano, in concomitanza da un lato, con la crescente presenza di detenuti affetti da disturbi di natura psichica (che in carcere non avrebbero dovuto esserci vista la legge di chiusura degli OPG) e d’altro canto in ragione di una progressiva carenza negli organici del personale di Polizia Penitenziaria che per errori del passato governo e dell’ancora attuale amministrazione investe ogni settore e servizio nelle carceri del paese”.

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