Cembrola: “Ho scelto di eleggermi per un solo scopo:servire la mia città”

Maddaloni – In una nota inviata alla nostra redazione, il dottor Antonio Cembrola dichiara: “La scelta di candidarsi al consiglio comunale di una città non è sicuramente una decisione leggera, né tantomeno deve essere dettata da imposizioni esterne; non si tratta di opportunismo o di affarismo.

La scelta di metterci la faccia, di impegnarsi e di presentarsi per ed ai maddalonesi non può essere dettata unicamente da passione politica. Stiamo parlando di qualcosa di più alto, di più eticamente giusto ed equo. Io ho scelto di scendere in campo con un solo scopo: servire la mia città, mettermi a disposizione della comunità maddalonese che crede in una rinascita di una realtà, ricca di storia e di valori, ma troppo spesso bistrattata, come quella maddalonese. Naturalmente in una città come Maddaloni, molto vasta per distesa territoriale, si deve partire sempre dalla propria zona, dal proprio rione. Io sono orgoglioso di far parte di uno dei due borghi storici della città, che è quello dell’Oliveto. Questa zona di Maddaloni, molto spesso viene messa in secondo piano rispetto all’altro borgo, quella della Pescara, che vive ed attira un’attenzione molto più costante dell’opinione pubblica. E’ anche vero che il borgo dell’Oliveto, non ha vissuto quel fermento culturale e sociale che ha visto protagonista negli anni passati quello della Pescara: infatti, non solo si registra un degrado sociale, culturale ed urbanistico, ma fino ad ora non c’è stata nessuna volontà di coinvolgere questo borgo nelle varie programmazioni di tipo culturale o sociale. Eppure dal punto di vista storico, il borgo dell’Oliveto non ha nulla da invidiare alle altre zone di Maddaloni: ricordo le testimonianze pittoriche medioevali che ritroviamo nelle chiese di S. Luca e di San Benedetto, oppure la presenza di Emmanuele Campolongo, letterato del XVIII sec., che abitò proprio nella zona. Un curriculum di tutto rispetto per una rinascita del borgo a cui ho tutta l’intenzione di contribuire, al di là del mio ingresso al consiglio comunale. E’ un impegno che assumo di fronte a tutti gli abitanti del posto. Questo è un imperativo personale che si collega a quello già assunto dal mio candidato a sindaco Andrea De Filippo che, lo scorso 3 giugno ha firmato il Patto per il Patrimonio storico artistico, a cui io stesso ho aderito, e che al punto 6 pone la volontà di dare nuova linfa vitale ai due borghi storici.
Tutto questo naturalmente si collega anche al problema, più ampio e condiviso, che tutti hanno affrontato in questa campagna elettorale: la rinascita della città. La situazione maddalonese negli ultimi anni si è aggravata sempre di più. La responsabilità di questo, a mio modesto parere, non è soltanto amministrativa. Io credo, e sono sempre più convinto, che molto si debba accreditare a quella parte dei cittadini che, con i loro comportamenti, oltraggiano continuamente non solo l’estetica della città (mancanza dell’osservazione delle norme della raccolta differenziata, abbandono dei rifiuti ingombranti in periferia, danni agli arredi pubblici), ma anche l’immagine di cittadini che noi diamo (mancanza di rispetto per le norme della civile convivenza, infrazioni al codice della strada). Tutte queste mancanze devono fermarsi se vogliamo che Maddaloni risalga l’abisso nella quale è sprofondata. Dobbiamo iniziare a pensare al nostro rapporto città-cittadini inglobandolo in un contesto di natura familiare. Mi spiego meglio. In ogni famiglia, i genitori pensano a crescere ed educare i figli, alternando i momenti di elogio a quelli di rimprovero. La stessa cosa può essere attuata al rapporto città-cittadino, anche se al rovescio: i genitori dobbiamo essere noi cittadini che abbiamo il compito di far crescere nella maniera giusta la nostra figlia Maddaloni. Per far questo non dobbiamo pensare unicamente al benessere (risveglio culturale, politiche sociali ed economiche, buona amministrazione), ma dobbiamo anche, quando richiesto dal momento, agire con le maniere più dure ed autorevoli, punendo chi, con i suoi comportamenti, vuole mettere in pericolo la nostra “creatura”. Per farlo c’è bisogno di un controllo migliore del territorio da parte delle forze dell’ordine e della polizia locale, ma, a mio avviso, è utile e doveroso anche che i cittadini coscienziosi trovino il coraggio di richiamare i trasgressori. In tal caso non si tratterebbe di intromissione, o di “non farsi gli affari propri”, ma della più grande dimostrazione di amore e rispetto verso Maddaloni. Si tratta di cambiare la nostra mentalità, il primo mattone per la costruzione di una nuova città.”

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