Crollo del ponte Morandi: tre associazioni di familiari delle vittime della strada chiedono di costituirsi tra le parti civili

Primo Piano – «Abbiamo chiesto di costituirci parte civile nel processo per il crollo del ponte di Genova». Così i rappresentanti dell’Associazione familiari vittime della strada, dell’Associazione Unitaria Familiari e Vittime e dell’A.M.C.V.S, Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada ODV, che oggi erano presenti all’udienza preliminare per il crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto di tre anni fa. Nel crollo persero la vita 43 persone e 600 furono sfollate. Sono 59 le persone imputate e due le società che dovranno rispondere di crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, falso, omissione d’atti d’ufficio e rimozione dolosa di dispositivi per la sicurezza sui luoghi di lavoro. In totale sono 300 sono le parti offese che hanno chiesto di costituirsi parte civile, tra cui il Comune di Genova, la Regione e i sindacati Cgil, Cisl e Uil.

«Oggi – ha detto Alberto Pallotti, presidente dell’Associazione familiari vittime della strada e dell’Aufv, Associazione unitaria familiari e vittime Odv – appena iniziato il processo, è stata subito chiesta la ricusazione del giudice. Mi auguro che questo non accada, perché da più di 3 anni le vittime aspettano giustizia». L’Aufv è una federazione di associazioni nella quale, nei giorni scorsi, è confluito il comitato delle vittime ungheresi del bus finito contro un pilone sull’autostrada A4 nei pressi del casello di Verona Est, il 20 gennaio 2017. «Enorme è stata la soddisfazione per la presenza all’interno della nostra associazione delle vittime ungheresi della strage di Verona», ha detto Pallotti, «è grazie alla nostra unione che otterremo giustizia».

Non si sono fatte attendere le dichiarazioni del presidente e dei legali rappresentati delle tre associazioni che oggi hanno chiesto di costituirsi parti civili. L’avvocato Walter Rapattoni, legale dell’Associazione Unitaria Familiari e Vittime ha dichiarato di essere soddisfatto «di esserci stati, è stato un percorso lungo quello che ci ha portato al processo di Genova, continueremo a batterci se verremo ammessi in tutte le prossime udienze. Ora attendiamo l’esito dell’istanza di ricusazione dei giudici. Nell’udienza di oggi sono state depositate tutte le richieste di costituzione di parte civili e il nostro impegno non si fermerà qui, continueremo sempre a batterci sia per la sicurezza stradale, sia per dare giustizia alle vittime».

«Siamo sempre in prima linea per tutelare i diritti e per difendere tutte le vittime della strada – ha affermato Matteo Tirozzi, legale dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada – oggi abbiamo depositato la nostra comparsa di costituzione di ben 1759 pagine. Siamo fiduciosi e attendiamo la prossima udienza che si terrà il 27 ottobre prossimo per l’ammissione del processo e la sua continuazione».

All’udienza di oggi era presente anche l’A.M.C.V.S, Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada ODV, con la presidente Elena Renzullo che ha ribadito la volontà di partecipare alle udienze «non solo per sostenere i familiari delle vittime, ma soprattutto in difesa di chi non ha più voce. Con il nostro legale Davide Tirozzi ci siamo costituiti parte civile. Ricordiamoci che quando è caduto il ponte Morandi non solo hanno perso la vita 43 persone, ma hanno distrutto anche 43 famiglie. Noi come associazione lotteremo contro i responsabili». L’avvocato Davide Tirozzi ha fatto sapere di aver depositato «la dichiarazione di parte civile. Nella prossima udienza sapremo se essa sarà accettata, ovviamente saremo di guardia a controllare che le cose vadano nel verso giusto, sempre a fianco delle vittime e pronti a dar battaglia».

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