Il candidato cinque stelle, Giacomo di Martino si presenta agli elettorli

Cesa – Care elettrici e cari elettori, sento il dovere, in qualità di candidato al consiglio comunale per la lista Movimento Cinque Stelledi chiedere l’appoggio ed il sostegno di voi tutti, e comunque di quanti hanno a cuore le sorti del nostro amatissimo paese.

 E lo faccio incoraggiato da tre validi motivi, –  primo: posso contare sull’esperienza maturata nei condomini dove amministro, dove  mai ho risparmiato energie ed impegno personali, né mai ho fatto mancare la disponibilità al dialogo; –  secondo:  sono sostenuto da una lista di piena affidabilità, ricca di un’ampia rappresentanza femminile, che mette insieme tanto l’esperienza di provati candidati, quanto l’entusiasmo, l’intelligenza e la creatività di un nutrito gruppo di giovani candidati; –  terzo: avverto e vivo intimamente le diffuse e legittime aspettative della nostra comunità, che reclama il diritto all’ascolto e alla partecipazione, e chiede iniziative amministrative nuove e più efficaci per aprire spiragli di speranza in ordine ai tanti problemi legati alla condizione giovanile, a quella degli anziani, delle donne, degli indigenti. Per questo, ben consapevole che l’attività amministrativa non possa limitarsi alla semplice e distaccata gestione “di quel che è al di qua dell’orizzonte”, ma debba invece concretizzarsi come applicazione costante e come sforzo creativo per tentare di andare “oltre” e per trovare vie d’uscita dal rischio dell’immobilismo e della rassegnazione, sento di poter assicurare il mio personale impegno e quello dell’intera squadra soprattutto sui seguenti due punti, che a mio avviso qualificano una buona amministrazione e ridanno fiducia e centralità alla comunità: – favorire e facilitare il dialogo tra cittadini e amministratori in modo che la Casa Comunale si ponga sempre più come luogo di ascolto e come centro di proposte, di soluzioni e di risposte concrete ai reali bisogni collettivi ed individuali; – impegnare fattivamente l’attività amministrativa nella creazione e nella ricerca di risorse aggiuntive producendo,  azioni opportune e continue di programmazione e di progettazione,  in particolare per l’acquisizione di fondi regionali e/o europei; Credo che la via d’uscita sia principalmente questa, ed è una sfida imperniata sulla voglia di fare, sull’impegno competente e sulla disponibilità a tempo pieno. Questa sfida, col vostro sostegno e col nostro impegno, si può vincere. 

Le periferie il futuro delle città: l’urbanità si diffonde
Il patrimonio paesaggistico e le città italiane sono la croce e delizia del nostro Paese, devono essere tutelate e rinnovate. Bisogna saper dare un nuovo volte alle periferie, renderle satelliti della città, collaterali e complementari, recuperando le energie che possiedonoNei centri storici risiede circa il 20% degli abitanti, la centralità sta nelle periferie spesso abbandonate, dimenticate, non luoghi che perdono identità, diffuse mai definite. E’ arrivato il momento di rivalutarle e sfruttare ciò che le città possiedono già, un potenziale territoriale molto grande con il potere di fare da collante con la città e talvolta presentare realtà dimenticate dai più, di grande valore storico, industriale e umano.

Bisogna impossessarsi di nuovo della nostra creatività, della capacità di reinventarsi, di cogliere dalle difficoltà e dalle catastrofi architettoniche e sociali il punto di partenza per un futuro migliore, senza consumare ulteriore suolo prezioso.Ricucire il centro con la periferia, farle diventare il collante inserendo edifici e servizi pubblici di grande utilità per i cittadini, rifunzionalizzarle.

Saper pianificare e valutare insieme tra amministrazioni limitrofe, lavorare per la comunità inserendo in queste aree tutti i luoghi necessari per creare movimento, creare sull’esistente e rimettere in moto l’economia. Funzioni come valori da condividere, luoghi da condividere, dove ricreare l’urbanità, fornendo il tutto di un trasporto pubblico eccellente, in modo da non ghettizzare l’esterno delle città ma renderle parte dei luoghi di interesse cittadino.

Ristrutturare ma non demolire, rafforzare le idee e le invenzioni, rammendando le aree periferiche, soffermandosi sui problemi della pianificazione italiana, dal punto di vista idrogeologico, sismico, architettonico.

Il tutto deve essere fatto coinvolgendo i cittadini, offrendogli la possibilità di partecipare alla trasformazione delle proprie città, a misura di abitante. La città che pensa la città, preparando i cittadini culturalmente e socialmente al cambiamento urbano e non solo.

Educare i luoghi, farli comprendere organizzando il territorio attraverso la collettività, creando forti connessioni materiali ed immateriali.

Tutto ciò deve partire dalle forza delle nostre imprese, dalle giovani start up e dalla grande diffusione, che in Cesa segna livelli molto buoni, della green economy, pronta a portare qualità e sviluppo sostenibile alla trasformazione del Paese.

Ridimensioniamo le nostre città, non abbandoniamo le periferie!

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