Mondragone, AMBC: “Ancora un ‘NO’ alla stazione appaltante scelta da Pacifico. E un aneddoto finale”

Mondragone – Cosi AMBC: “Avevamo fin da subito criticato la scelta nefasta dell’Amministrazione Pacifico- un’amministrazione fortemente voluta, supportata ed imbeccata dal Consigliere regionale Giovanni Zannini (almeno fino a qualche mese fa) – di aderire all’Asmel e di avvalersi quale stazione appaltante dell’Asmel Soc. cons. a r.l., abbandonando la Stazione Unica Appaltante.

E sull’argomento l’AMBC ha insistito anche successivamente, ma invano: https://www.v-news.it/mondragone-lambc-avevamo-ragione-a-contestare-ladesione-allasmel/.   E dopo l’ANAC, il TAR, il Consiglio di Stato e la Corte Europea è ora la volta dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha deliberato di esprimere un parere, relativamente alla deliberazione di un Consiglio Comunale avente ad oggetto “Acquisto quote societarie della società Asmel consortile s.c. a r.l. per adesione alla centrale di committenza in house”, trasmessa all’Autorità in data 9 marzo 2021, ai sensi dell’art. 5, comma 3, del d.lgs. n. 175/2016 (Testo Unico delle Società a Partecipazione Pubblica – TUSPP). Questo Comune- come a suo tempo fatto dalla maggioranza di Pacifico, contraria la minoranza di Giovanni Schiappa e Achille Cennami- aveva deciso di aderire ad Asmel attraverso l’acquisto di una quota di partecipazione societaria, allo scopo di conferire a detta società l’esercizio delle attività e delle funzioni di centrale di committenza.

Anche alla luce della giurisprudenza amministrativa consolidatasi, nonché delle osservazioni svolte dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) nei confronti dell’associazione Asmel e delle società ad essa collegate e con riferimento al controllo analogo congiunto, l’AGMC ha osservato che recentemente il Consiglio di Stato, con sentenza n. 6975/2020, ha ritenuto che Asmel non soddisfacesse il requisito per operare come centrale di committenza in house. E che in assenza dei presupposti per l’in house providing, è da ritenere che Asmel consortile non possa essere neanche affidataria in via diretta delle attività di committenza ausiliarie che possono essere affidate a prestatori di servizi previa procedura competitiva, a meno che si tratti di affidamento sottosoglia ai sensi dell’art. 36, lett. a), del Codice dei contratti pubblici. Alla luce di tali considerazioni, l’AGMC ritiene che la deliberazione di quel Consiglio Comunale sia illegittima e che ai sensi dell’articolo 21-bis, comma 2, della legge n. 287/90, l‘Amministrazione dovrà comunicare all’Autorità, entro il termine di sessanta giorni dalla ricezione del presente parere, le iniziative adottate per rimuovere le violazioni della concorrenza.

Leggere il bollettino dell’AGMC da pagina 34 a pagina 39: https://www.agcm.it/dotcmsdoc/bollettini/2021/39-21.pdf. C’è comunque da dire che è tutto il sistema di appalti, di affidamenti e incarichi che nel Comune a guida Pacifico (voluto da Zannini, almeno fino a qualche mese fa) sembra in affanno e non privo di gravi problemi (bisognerebbe anche capire i motivi per i quali a volte ci si avvale dall’Asmel e a volte no). E di ripetuti contenziosi. Temiamo che anche questo settore debba essere fortemente attenzionato da chi di dovere. E vogliamo terminare proprio con un pensiero deferente rivolto al Consigliere regionale. Nei giorni scorsi un giornale online nello sperticarsi per gli strepitosi successi conseguiti nelle recenti elezioni amministrative da questo Consigliere regionale, ha sottolineato come lo stesso abbia “corso come un forsennato in questa campagna elettorale, percorrendo in lungo e largo i comuni interessati dal voto amministrativo, a sostegno dei sindaci e delle liste che lui stesso aveva contribuito a formare”. Noi, poveri vecchi illusi, siamo rimasti al fatto che i cittadini pagano i Consiglieri regionali affinché facciano i Consiglieri regionali, contribuendo a produrre leggi nuove, a cambiare quelle che non vanno, a programmare, a controllare e vigilare- attraverso una stringente attività ispettiva- sull’azione di governo della Regione.

Ma siamo più che certi che questo Consigliere regionale- come dice quel giornale- abbia battuto in lungo e in largo la nostra provincia per fare propaganda qui e là sul territorio per una lista civica (non per un partito, perché resta “un senza partito”) soltanto dopo aver lavorato istituzionalmente come Consigliere regionale e solo nelle poche ore residuali rispetto all’intensa attività istituzionale giornaliera che non ha fatto mai mancare alla nostra Regione. Si, lo sappiamo: è sempre difficile separare l’attività istituzionale (che dovrebbe essere svolta nell’interesse di tutti) dalla propaganda politica (che per sua natura è di parte). Ma sappiamo anche che -volendo- si riesce perfettamente a separare le due funzioni e che tanti lo fanno perfettamente. Siamo poi ancora più convinti del fatto che quel Consigliere regionale abbia girovagato per la provincia dove si votava (ripetiamo: soltanto dopo aver quotidianamente onorato l’indennità di carica con l’attività istituzionale giornaliera), con mezzi propri e senza gravare minimamente sulle casse regionali.

E a tal proposito ci sovviene un aneddoto personale di tanto tempo fa, raccontatoci da un “amico della prima ora” dell’AMBC. Un Presidente di Regione era venuto a Roma per attività istituzionali con la macchia di servizio e l’autista, quando ricevette la comunicazione che doveva essere presente alla chiusura serale della campagna elettorale dell’Ulivo di Prodi a Napoli. Chiese allora ai suoi collaboratori di fittargli un’auto con conducente per la trasferta napoletana. E i collaboratori, increduli, gli risposero: “Ma presidente, la macchina con autista ce l’ha già…”. “Ma non vado a Napoli per servizio istituzionale- rispose quel Presidente- ma per mia attività politica. E, quindi, la macchina e l’autista per Napoli devo pagarmeli di tasca mia”. E- ovviamente- così fu. Altri tempi e altra tempra, direte voi. “Altri tempi”, lontani anni luce anche rispetto all’arrivo delle Stelle nel nostro firmamento politico-istituzionale. Tempi in cui le regioni, ancora lungi dal divenire governatorati, non si erano ancora totalmente sostituite ai partiti (o liste civiche, che dir si voglia). E “altra tempra”, forgiata dalla cultura del rispetto delle istituzioni (non dei regni) che si ha l’onore di rappresentare (e non di comandare)”.

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