Mondragone, AMBC: “Ciò che vorremmo sapere dei lavori di bonifica della Cantarella”

Mondragone – “Conosciamo bene (noi!) funzioni e compiti di un consigliere regionale. E sappiamo che l’interesse del consigliere regionale Zannini per la Cantarella (alla quale ha voluto dedicare anche la sua ultima performance televisiva) è esclusivamente dovuto alla sua attività ispettiva, di controllo. Non solo perché è tutto ciò che istituzionalmente potrebbe fare in merito, ma anche perché il finanziamento della bonifica di questo sito (un crimine contro l’ambiente commesso dall’allora amministrazione Conte), è una storia che parte da lontano (quando del giovane Zannini in politica non c’era traccia alcuna) e coinvolge ben altri “attori”, che correttamente non sgomitano per appendersi al petto alcuna medaglietta.

Per agevolare il consigliere Zannini nella sua attività istituzionale di controllo e vigilanza sui lavori di bonifica della Cantarella (sperando che presenti un’interrogazione, emulando quanto fatto qualche mese fa dal Consigliere regionale dei Verdi Borrelli), l’AMBC si permette di puntualizzare alcuni aspetti della vicenda. Senza alcuna pretesa di voler insegnare il mestiere politico al consigliere Zannini, che- sappiamo- “è nato già imparato”. Il capitolato speciale d’appalto per la messa in sicurezza del sito della Cantarella dall’art. 28 all’art. 39 si occupa della parte più importante di tutta la costosa operazione (che, ricordiamo, viene effettuata con soldi pubblici), ovvero delle analisi sul suolo e sulle acque, oltre ovviamente a quelle sui rifiuti per accertare che tipi di rifiuti siano stati ammassati/interrati in quell’area.

“Una volta completate le attività di rimozione dei rifiuti descritte nei paragrafi precedenti, si legge nel capitolato, si dovrà procedere progressivamente all’esecuzione di una campagna di indagini …”. Per rappresentarti l’importanza di questa fase dei lavori, esimio consigliere Giovanni Zannini, riportiamo integralmente l’art. 31 del capitolato, denominato “Indagini dirette su terreni ed acque di falda”: “Ai fini della caratterizzazione dello stato ambientale dell’area in esame dovranno essere prelevati campioni di suolo indisturbato e di acqua di falda da sottoporre ad analisi chimico-fisiche. Le indagini dirette ambientali dovranno essere costituite da: – campionamento di suolo indisturbato per la valutazione delle caratteristiche fisiche (permeabilità, porosità, indice dei vuoti, grado di saturazione, ecc.) del sottosuolo nonché delle caratteristiche chimiche al fine di ricercare eventuali inquinanti; – campionamento delle acque di falda per la determinazione dei parametri chimico-fisici dai piezometri di nuova realizzazione; I sondaggi dovranno essere realizzati evitando di inficiare il funzionamento di protezioni naturali o artificiali dell’acquifero superficiale”.

L’art. 29  del capitolato si occupa poi delle analisi dei campioni di top soil; l’art. 32 delle modalità operative delle indagini dirette; l’art. 33 delle modalità di campionamento e conservazione dei campioni di suolo profondo; l’art. 34 della realizzazione di 4 nuovi piezometri ubicati due a monte e due a valle allo scopo di verificare nel dettaglio l’assetto idrogeologico dell’area nonché di valutare la qualità delle acque della falda superficiale (presenza di un acquifero multifalda, ossia composto da falde acquifere sovrapposte); l’art. 35 delle modalità di campionamento e conservazione dei campioni di acqua; l’art. 36 dei rilievi e analisi di campo; l’art. 37 delle analisi chimiche; l’art. 38 delle analisi sui campioni di suolo e l’art. 39 delle analisi sui campioni di acque. Converrà con l’AMBC, egregio consigliere Zannini, che per la bonifica della Cantarella non c’è soltanto la rimozione dei rifiuti (e la conoscenza della loro tipologia/classificazione: anche speciali e/o pericolosi?), ma anche- se non soprattutto- tutta questa complessa ed indispensabile attività d’indagine, rispetto alla quale nulla ci è dato sapere sino ad oggi (ma forse le indagini sono ancora in corso).

Vorremmo che Zannini si spendesse nella sua qualità di consigliere regionale affinché la cittadinanza possa essere informata compiutamente dei risultati di tutte le indagini previste dal capitolato, mettendoci a conoscenza non solo delle risultanze ma anche dei laboratori presso i quali tali indagini sono state effettuate e dove vengono conservati (e sotto la responsabilità di chi) gli atti. E già che c’è, instancabile consigliere, interroghi gli uffici competenti regionali affinché accertino presso il comune di Mondragone anche in ordine all’art. 27 del capitolato, che si occupa della sistemazione dell’area, prevedendo la copertura vegetale e arrivando addirittura a suggerire l’utilizzo di ginestre e di lentisco. Foto e video certificano la messa a dimora di molte piantine (forse di ulivo), che però attualmente- per incanto- risultano scomparse. Qualcuno ha provveduto a denunciare il furto? E ad accertare cosa sia successo? Quindi, per ricapitolare, vorremmo poter conoscere, oltre a quanto ammonta complessivamente il costo del disastro commesso a suo tempo dall’amministrazione capeggiata da Ugo Alfredo Conte, che tipi di rifiuti sono stati interrati nel sito della Cantarella, quali sono i risultati delle indagini fatte dopo la rimozione dei rifiuti sul suolo e sulle acque e dove sono finite le piantine, che pure risultavano piantumate, come si evince dalle foto e dai video di una delle tante manifestazioni di propaganda fatte (anche da lei) sulla Cantarella.

Ci eviti di presentare un’istanza di accesso agli atti, anche per non oberare di lavoro la Segretaria comunale che- come lei sa- è già costretta a barcamenarsi di qua e di là. La Terra dei Fuochi (i presidenti di consigli comunali tentano di fare qualcosa, tranne il giovane Petrella: https://www.ilmattino.it/caserta/consigli_comunali_terra_fuochi_riunione_caserta_napoli-5827163.html) è stata avvelenata da criminali che hanno potuto contare sul supporto o l’indifferenza di un’intera classe politica (e, purtroppo, anche di tanti cittadini). Non vorremmo che dopo aver inquinato (lucrando), gli stessi si adoperassero ora per bonificare (lucrando). Il richiamo alle bonifiche di improvvisati paladini istituzionali dell’ambiente (da un po’ sono tutti Verdi e ambientalisti) ci preoccupa non poco, non perché non siano indispensabili ma perché, come diceva il grande Albert Einstein: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”. Provi, consigliere Zannini, ad andare in onda in uno dei suoi prossimi passaggi televisivi per il rilancio del Litorale Domitio dalla località Sancello -diventata una discarica a cielo aperto- o anche solo dal perenne sversatoio di immondizia di via Eccidio delle Cementare, chiusa al traffico per incapacità dell’Amministrazione Pacifico di trovare una soluzione alternativa in grado di porre fine ad uno scempio inaudito. Darà alle sue apparizioni almeno un tocco di realismo”.

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