Mondragone, AMBC: “I ‘pasticci termali’ che ci arrivano dal famigerato novennato”

Mondragone – “Episodi di spreco di pubblico denaro (di illegittimità e di illegalità) hanno sempre puntellato l’azione amministrativa mondragonese. Negli ultimi vent’anni ve ne sono stati poi di veramente clamorosi, a partire dalla mancata istituzione del Centro Servizi Turistici-CST presso la quota parte del palazzo condominiale acquistata dagli eredi Tarcagnota. Ma in tanti ricorderanno anche la pomposità con la quale quei politicanti che hanno distrutto la città (alcuni dei quali continuano ad essere in azione) parlavano- in illo tempore – di un Progetto Integrato “Filiera Termale”.

Ottennero anche un cospicuo finanziamento comunitario (via Regione Campania) per la “Riqualificazione della strada che costeggia l’area termale” (P.O.R. Campania 2000/2006, Relazione Generale del 4/2005. Progetto integrato “Filiera Termale” “Riqualificazione zona termale”).  La strada, oggetto di intervento, è parte importante – si poteva leggere nelle carte del tempo- del sistema di accessibilità all’area termale, trattandosi, in particolare, di “via Padule”, che costeggia appunto quell’area. “L’obiettivo è valorizzare e riqualificare l’immagine complessiva dell’area stessa. L’intervento non risulterà invasivo e andrà a ripristinare le forme e le linee tipiche del patrimonio locale dell’area, in modo da permettere una migliore fruizione delle bellezze paesaggistiche del sito già durante il cammino di avvicinamento. Si andranno a pavimentare i marciapiedi, sostituendo la pavimentazione esistente, si realizzeranno piccoli muri in pietra lavica in prossimità degli stessi marciapiedi, e si creerà un arredo urbano appropriato alla natura dei luoghi. Il progetto, inoltre, prevede la realizzazione di rampe per diversamente abili in corrispondenza degli attraversamenti pedonali, una volta ultimato avrà ricadute favorevoli sull’intero comprensorio”.

Non dobbiamo ricorrere né a foto né a indagini sul campo: tutti sanno in quali condizioni versa l’area termale (senza terme) e tutti possono autonomamente constatare se (e come) quanto progettato sia stato poi effettivamente realizzato dalla ditta di Casal di Principe che all’epoca vinse l’appalto. Cos’altro aggiungere dopo ben 16 anni (il progetto veniva approvato nel lontano novembre del 2005)? Che il direttore di quei lavori per essere definitivamente pagato -dopo tanti anni- ha dovuto penare non poco: ha dovuto ottenere un decreto ingiuntivo (n. 45/2013 R.G. 28/13 del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere sezione distaccata di Carinola), la sentenza del TAR Campania n. 26/2020 e la conseguente nomina di un Commissario ad acta. E finalmente in questi giorni il Commissario ad acta ha deliberato di liquidargli € 199.220,09 oltre interessi legali e spese della procedura monitoria (il totale della spesa è di € 221.927,79). Soldi pervenuti dalla Regione Campania con Decreto della Giunta Regionale della Campania n. 11 del 22/04/2021. Non abbiamo capito se questi soldi regionali attengano a quel progetto di 16 anni fa oppure siano stati erogati “alla bisogna” (e giustificati per interventi aggiuntivi) o se, invece, sulle stesse opere non siano intervenuti finanziamenti diversi (doppioni). Anche perché ci risultava che quei lavori fossero stati finanziati “per € 1.115.225,69 dal CIPE e per € 196.211,65 quale somma di € 145.774,31 di cofinanziamento ed € 50.437,34 quale somma eccedente le spese tecniche del mutuo contratto con la Cassa DD.PP., avente posizione n. 4496967-00”. Quel che sappiamo per certo è che la “loro filiera termale” non è mai decollata. Come non è mai decollato alcun loro progetto per il turismo o per il progresso della nostra Comunità. Pur avendo ricevuto e sprecato -durante il “famigerato novennato” e non solo – una “barca” di soldi pubblici”.

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