Mondragone, AMBC: “Per l’AMBC anche l’Ospedale di Comunità va fatto senza consumare ulteriore suolo”

Mondragone – Così AMBC: “In apertura ritorniamo ancora sulla abnorme TARI 2021, sulla totale assenza di trasparenza che avvolge il servizio rifiuti e sul mancato utilizzo degli oltre 908mila € che il Governo ha fatto pervenire a Mondragone per la riduzione della TARI, ma che per ora giacciono nelle casse comunali, informando che le Compagne e i Compagni di Resistenza Democratica hanno inoltrato una richiesta di accesso agli atti per cercare di far luce su tutta questa intricata matassa, non priva di profili di grave illegittimità. Nel frattempo, l’AMBC ha inoltrato per pec un esposto alla Segretaria comunale in quanto Responsabile della trasparenza, all’ANAC e all’ARERA per segnalare la mancata attuazione delle vigenti normative in ordine alla trasparenza su tutta la filiera del servizio rifiuti.

E veniamo al tema di oggi. Su come ripensare l’assistenza sanitaria italiana (anche- se non soprattutto- nel nostro territorio) c’è chi- come abbiamo visto anche di recente- pensa soltanto ad “assaltare la diligenza” con propaganda a buon mercato e intempestivi annunci (con tanto di foto di coppia) e chi- per fortuna- ancora pensa che governare richieda serietà, acquisizione di dati, analisi ed approfondimenti e ricerca di idonee e fattibili soluzioni. Questo secondo approccio oggi -purtroppo- non va proprio di moda. E venendo meno la Politica (quella con la P maiuscola) il “governo della cosa pubblica” è sostanzialmente diventato “a pazziella ‘mmane e’ criature” (“criature” comunque ben remunerate con soldi pubblici e che ben sanno intrallazzare per accontentare ed arricchire corti e servitori). In questi ultimi giorni abbiamo seguito il Congresso nazionale per la salute “Come si esce dalla sindemia?”, che ha portato a Bologna da tutta Italia un centinaio di movimenti, associazioni e sindacati per discutere di sanità pubblica.

E tra i problemi che sono stati individuati c’è l’assenza di democrazia in campo sanitario: la cittadinanza non ha potere di controllo, in più molte mobilitazioni in campo sanitario hanno mantenuto un carattere corporativo.  Non ci stupisce, quindi, che quanto affermato dall’AMBC a proposito dello spot sull’Ospedale di Comunità non sia molto piaciuto. Il richiamo più sovente è stato: ma perché criticate la possibilità di avere a Mondragone un Ospedale? Siete più contenti se lo faranno altrove? No, cari amici, rileggetevi quanto abbiamo scritto in coda al comunicato nel quale denunciavamo la scarsa trasparenza del costo TARI e, quindi, delle bollette dell’immondizia che stiamo ricevendo e scoprirete che anche a proposito dell’Ospedale di Comunità cerchiamo di non parlare a vanvera e di argomentare le nostre posizioni politiche: http://www.contrastotv.it/mondragone-ambc-il-dovere-di-pagare-la-tari-ma-anche-il-diritto-di-conoscere-per-cosa-si-paga/.  Noi sosteniamo la necessità che prima di parlare di strutture e infrastrutture (e di dove costruirle) si parli e si progetti (in maniera partecipata) innanzitutto un nuovo modello territoriale di sanità, come previsto -per altro- dallo stesso PNRR (purtroppo non senza lacune e limiti).

Noi vorremmo sapere quali saranno i benefici per il territorio -in termini di salute- delle scelte che si andranno a fare. E ogni qualvolta affrontiamo tra di noi (i “famosi” 4 gatti o 4 amici al bar, che dir si voglia) una questione (prima di portarla all’esterno) cerchiamo sempre, con umiltà, di confrontarci con qualche esperto, di passare in rassegna dati e documentazioni, di istruire e studiare il problema. Con tutti i limiti che ovviamente ci appartengono. E anche per contestare l’estemporanea iniziativa della scelta- addirittura già acquisita- di dove costruire l’Ospedale di Comunità (Scelta fatta da chi? Sulla base di quale mandato e di quale competenza? E subordinatamente a quale analisi e confronto?) abbiamo cercato di saperne di più.  E per i nostri approfondimenti abbiamo utilizzato -tra l’altro- la ricerca realizzata dalla società di studi economici Nomisma e da Rekeep S.p.A, che si focalizza, in particolare, sugli spazi e le strutture necessari per portare cura e assistenza più “vicine” alle persone, superando le carenze anche strutturali emerse durante la pandemia da Covid-19.

Lo Studio, partendo dalla situazione attuale e dal modello di sanità delineato nel PNRR, punta, in particolare, a definire gli investimenti strutturali necessari per rafforzare l’assistenza sanitaria territoriale di rete, ovvero per la realizzazione di Ospedali di Comunità, Case della Comunità e Residenze Sanitarie Assistenziali, e ne stima i benefici economici, sociali ed ambientali. Nella ricerca, tra le tantissime argomentazioni esposte, ve n’è una particolarmente interessante (che fa al caso nostro) e che vorremmo socializzare con voi. In base all’analisi sullo stato e la consistenza del patrimonio immobiliare sanitario italiano disponibile, larga parte degli interventi aggiuntivi rispetto a quanto già finanziato dal PNRR potrebbe essere realizzata -scrivono i ricercatori- raggiungendo l’obiettivo del consumo di suolo zero, per il 77% attraverso riqualificazioni di strutture esistenti e per il restante 23% con interventi di demolizione e ricostruzione. Esistono in Italia, infatti, circa due milioni di mq di strutture sociosanitarie inutilizzate o inutilizzabili che potrebbero essere riqualificate o ricostruite e destinate a strutture sanitarie territoriali. In questo modo gli spazi necessari potrebbero essere realizzati senza consumare ulteriore suolo. Qui il testo completo dello studio: https://www.rekeep.com/pdf/Rekeep-Nomisma-2021-STUDIO-COMPLETO_Report_2021-09-28_Verso-una-nuova-sanita-territoriale.pdf. E le slide con la sintesi dei risultati: https://www.rekeep.com/pdf/PPT-Nomisma-per-Rekeep-Salute-14-ottobre-2021.pdf. L’AMBC chiede (soprattutto ai “banditori regionali e locali” e a quelli che criticano i nostri interventi): siamo sicuri che a Mondragone non ci siano strutture da riqualificare o da ricostruire?”.

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