Torre Annunziata, i senatori Falanga e Capacchione contro la casta dell’Ordine degli Avvocati

Torre Annunziata – Si è tenuto ieri 17 Maggio, presso il Tribunale di Torre Annunziata, il convegno “La nuova legge elettorale forense: il limite del doppio mandato”. L’evento è stato organizzato dall’A.D.U.T.A., Associazione Difensori d’Ufficio Torre Annunziata, dall’A.gi.for. sezione Torre Annunziata, in collaborazione con il Centro studi giuridici “Nunzio Nitrato Izzo”.

I saluti iniziali sono stati affidati all’Avv Vincenzo Salomone, Presidente Aduta e all’Avv. Massimiliano Sibilio, Presidente Agi.for, i quali hanno fortemente voluto il Convegno, nonostante diversi tentativi di sabotaggio –  come la rimozione dei manifesti, la diffusione di false informazioni su una presunta inagibilità del Palazzo di Giustizia – e al Presidente del Tribunale di Torre Annunziata Dott. Ernesto Aghina.
Sono intervenuti l’Avv. Ciro Falanga, la Senatrice Rosaria Capacchione, il Prof. Avv. Ferdinando Pinto e l’Avv. Hilarry Sedu. Assente invece, l’Avv. Gennaro Torrese, Presidente del COA di Torre Annunziata che, ha chiesto ufficialmente agli organizzatori di rimuovere dal manifesto il suo nome e il logo dell’Ordine, nonostante un invito a partecipare presentato più di un mese fa. Vista la poca propensione alla partecipazione al confronto democratico, Salomone e Sibilio hanno provveduto ad eliminare da tutte le affissioni, mediante un taglio netto, quanto esplicitamente richiesto. L’incontro, che ha riscontrato ampia partecipazione, è stato moderato dall’Avv. Sergio Nitrato Izzo, che ha sottolineato come “il tema – alla luce dei fatti avvenuti nei giorni scorsi e nelle ultime ore – è destinato a caratterizzare non solo la prossima consultazione elettorale del rinnovo dell’Ordine, ma a segnare in modo netto ed incolmabile il confine tra due distinte concezioni della consiliatura e del mandato consiliare, ossia tra chi ritiene che il limite dei due mandati – come afferma in modo inequivocabile la legge – estenda il suo veto anche ai mandati pregressi, e chi invece ritiene di essere iscritto direttamente in continuità al Consiglio dell’Ordine, anziché all’albo degli Avvocati.”
Il Presidente del Centro studi giuridici ‘Nunzio Nitrato Izzo’ ha affermato: “La prossima consultazione elettorale sarà un referendum tra chi ritiene che la legge e la giurisprudenza vadano sempre rispettate, e chi pensa che la legge vada interpretata per se ed applicata contro i propri nemici ed avversari. Questo convegno organizzato dai colleghi Salomone e Sibilio, che ringrazio, rappresenta l’occasione giusta per affermare forte e chiaro che l’ordine degli avvocati di Torre Annunziata – costituito 27 anni fa grazie all’impegno nobile e visionario di pochi Avvocati eroi – non può diventare un porto franco, dove al posto delle leggi si applicano le interpretazioni delle stesse, e non può diventare una corporazione autoreferenziale dove il cavillo vince sulla norma. Noi non consentiremo a nessuno di mettere al repentaglio il nostro patrimonio di libertà, dignità e prestigio.”
La Senatrice Rosaria Capacchione sul tema ha dichiarato: “Mi sento di testimoniare un’unità di intenti che, poi ci ha portati ad una legge sull’elezione dell’avvocatura. Si è discusso molto in Commissione sulla legge, ma mai sul doppio mandato, poiché su questo vi è stato sempre la totale unanimità di vedute. Proprio per lo spirito di servizio che deve animare la tutela della professione non può esserci un incarico a vita. Il taglio nel manifesto di questo convegno da un’idea plastica – attraverso questa legge – della distruzione di un privilegio. Tutti gli ordini professionali hanno una ragione di esistere solo nello spirito del rinnovamento”.
Nella gremita Sala Siani, ha approfondito gli aspetti tecnici-giuridici l’Avv. Ciro Falanga, già senatore della Repubblica Italiana, che ha esordito affermando: “La Mafia di cui si occupa la Capocchione, purtroppo, non è rappresentata solo da chi uccide impugnando una pistola, ma è un atteggiamento culturale. È mafia anche l’atteggiamento di chi impone con violenza la propria volontà a dispetto delle norme, dello Stato e della Magistratura.”
Ilarità in aula quando Falanga ha dichiarato: “Uno dei motivi di impugnazione della legge è offensivo per tutti noi, io non so come si possa dire e sostenere che c’è una violazione della norma costituzionale che prevede la libera associazione e la libera autoregolamentazione delle libere associazioni, forse questi signori non si rendono conto che dire questo è come dire che il Consiglio dell’Ordine è una libera associazione e che domani ne potremmo fondare un altro. Mi fanno ridere!! Li comprendo solo se trasferiamo la questione da un aspetto squisitamente giuridico ad uno patologico.” Il Prof. Avv. Ferdinando Pinto ha invece, evidenziato come “Il punto centrale è il bilanciamento dei valori, su cui la Corte è stata sempre molto attenta a non invadere la sfera della discrezionalità.”
“La Corte sarà molto cauta – ha ribadito il Prof. Ordinario di diritto amministrativo presso l’Università Federico II di Napoli – soprattutto in un clima generale del Paese dove l’interpretazione della norma potrebbe essere intesa come difesa della casta”.

L’Avv. Hilarry Sedu ha concluso il dibattito affermando: “La mia elezioni all’interno del Consiglio dell’Ordine di Napoli è come se avesse cristallizzato i principi della Legge Falanga, quelli della ratio dell’homo novus e della capacità dell’Ordine di rigenerarsi. Essere al servizio non significa necessariamente occupare una poltrona, quindi i concetti di certezza della norma illustrati dal Prof. Pinto li condivido pienamente. Lo scorso anno sono andato per la prima volta nel mio Paese di origine, la Nigeria, all’arrivo un uomo delle forze dell’ordine mi ha chiesto del denaro, il rifiuto mi ha creato tanti problemi. Immaginate una Nazione in cui non c’è un ordine stabilito, dove un poliziotto può abusare di te e può assoggettarti. Vivire in uno Stato in un cui non c’è lo Stato di diritto, la certezza della norma,
fa sì che molti preferiscano morire in mare, perché quella morte rappresenta purtroppo, la libertà. Vorrei invitare tutti i colleghi, giovani e meno giovani, ad uniformarci, a non interpretare la legge, ci sono le aule e le sedi deputata a valutarle”.

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