Video TikTok svela smartphone in cella: nuovo allarme a Foggia

Primo Piano  – L’OSAPP in una nota inviata alla nostra redazione dichiara: “ Ci risiamo. Ancora un evento critico a Foggia  a seguito  di una brillante operazione , individuato a seguito di un video Tik Tok uno smartphone  in cella di detenuti Baresi  presumibilmente appartenenti alla criminalità  organizzata” .

Fiuto straordinario di un collega che riconosce tramite un video sui social la cella dove detenevano illegalmente smartphone , operazione condotta da 2 assistenti di cui uno fuori servizio che riconosce cella sui social, organizza operazione con l’ausilio di un altro assistente in servizio coordinati dalla sorveglianza generale con e altro personale intervenivano nella cella durante la battitura inferriate , nel corso dell’operazione notavano alcuni particolari riconducibili ai video sul social e nel corso  della  perquisizione sulla persona gli occupanti cercavano di liberarsi dello smartphone cercando di spezzarlo, i poliziotti penitenziari unitamente alla  sorveglianza  notavano la procedura cercando di evitare quanto in essere  e nonostante aggrediti  verbalmente e fisicamente evitano l’atto e assicuravano il sequestro di quanto illecitamente detenuto .

I colleghi hanno riportato contusioni multipla per il corpo  e sono stati sottoposti a controllo sanitario per le cure del caso , a loro va il nostro plauso per lo straordinario intervento dimostrando  doti e qualità non comuni accompagnate da alto senso di appartenenza.

Le presunte violenze nelle carceri e le  pesantissime accuse nei confronti di appartenenti alla Polizia penitenziaria che da ultimo vedono interessati gli istituti di Foggia  e le condanne di Bari  nei confronti della Polizia Penitenziaria , riponendo  incondizionata fiducia negli inquirenti auspichiamo che si faccia piena chiarezza sull’accaduto nel più breve tempo possibile, sperando peraltro che gli operatori coinvolti possano dimostrare la correttezza del loro operato , al di là di quale sarà l’esito della vicenda penale, tuttavia, fanno emergere  ancora una volta la totale disfunzionalità del sistema penitenziario e la persistente emergenza mai affrontata compiutamente dalla politica .

“continua Montesano”, Accuse come quelle di Foggia vanificano il diuturno sacrificio e infangano la straordinaria professionalità di 36.000 donne e uomini del Corpo di polizia penitenziaria che quotidianamente, in sottorganico di 16mila unità, fanno del loro meglio per tentare di garantire la sicurezza dentro e fuori le carceri e costituiscono al tempo stesso l’ultimo e talvolta l’unico baluardo di umanità negli infernali gironi penitenziari, connotati ancora da suicidi (25 detenuti e 3 operatori si sono tolti la vita nel 2024), omicidi, stupri, violenze fisiche e morali, traffici illeciti, sovraffollamento e sofferenze di ogni genere”.

Nella circostanza non possiamo mancare di evidenziare come la Polizia Penitenziaria in Puglia  ,particolarmente a Foggia, stia subendo il disagio  di una organizzazione complessiva che non funziona e da correggere.

“In conclusione “, chiediamo nuovamente al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al Governo Meloni di aprire un tavolo di confronto permanente per discutere di riforme, organici, equipaggiamenti, sovraffollamento detentivo e, non ultima, di dotazione di body-cam per riprendere interamente le operazioni di servizio della Polizia penitenziaria, la quale in massima parte non ha nulla da nascondere, ma che continua a essere sovraesposta e vessata dall’inefficacia del sistema”.

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