Mondragone, L’AMBC: “Ora il dissesto (fallimento) del Comune di Mondragone è certo”

Mondragone – L’Associazione AMBC in una nota invita alla nostra redazione dichiara: “La tanto attesa sentenza delle Sezioni Riunite della Corte dei conti sul fallimento del comune di Mondragone è nella giornata di ieri finalmente arrivata, ponendo così fine alla scandalosa e grave melina che l’Amministrazione Lavanga ha messo in piedi a danno del futuro della città.

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Una sentenza che, dopo un’ampia valutazione, ha respinto il ricorso che Lavanga “in solitaria”, senza coinvolgere il Consiglio comunale (e spendendo un’altra barca di soldi pubblici) aveva presentato, confermando la mancata omologazione del piano di riequilibrio. La sentenza delle Sezioni Riunite della Corte dei conti è durissima nel bocciare senza appello il Piano della maggioranza di Lavanga, in quanto privo di misure adeguate per garantire il riequilibrio finanziario. Un Piano che si basava su una sottostima del disavanzo e non prevedeva strumenti concreti per migliorare la riscossione e il contenimento della spesa.

Sono state così pienamente confermate le criticità del Piano di Lavanga, già evidenziate puntualmente dalla Corte dei conti della Campania: la sottostima del disavanzo effettivo, la durata errata del piano, le inadeguate misure per il riequilibrio, con particolare riferimento alla riscossione coattiva e alla gestione delle spese. In particolare, la Corte ha puntato il dito contro il disavanzo, sottostimato per oltre 9 milioni di euro, a causa di un’errata contabilizzazione di alcuni fondi, come il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) e il Fondo Anticipazione Liquidità (FAL), del mancato accantonamento di fondi obbligatori, tra cui il Fondo Contenzioso e il Fondo di Garanzia Debiti Commerciali (FGDC) e la sottovalutazione del rischio di ulteriori passività fuori bilancio. Una sottostima che ha compromesso la validità del Piano, rendendolo non credibile dal punto di vista finanziario.

Le stesse misure di risanamento proposte nel Piano, a parere della Corte, erano del tutto generiche. Il Comune, per esempio, riconosce che la riscossione risulta del tutto inefficace, ma non fornisce alcun elemento su come migliorarla. Anche sulla razionalizzazione delle spese correnti, il Piano si ferma a mere dichiarazioni programmatiche senza presentare un piano operativo dettagliato. E anche per l’affidamento della riscossione a nuovi concessionari, non fornisce alcun dato o studio di fattibilità. La Corte valuta attendibile soltanto la scadenza di un mutuo con la BNL nel 2027, che avrebbe liberato circa 1,29 milioni di € all’anno. Ma, come si ricorderà, in questo caso stiamo parlando dei “derivati” apparecchiati durante i 9 anni di strapotere del centrodestra a guida Conte, “derivati” dichiarati illegittimi, soprattutto perché non approvati dal Consiglio comunale e sui quali l’AMBC ha cercato invano in tutti questi anni di proporre un’azione legale, seguendo l’esempio di altri comuni.

Su questa sentenza e sul fallimento in cui Zannini, Pacifico e Lavanga hanno fatto sprofondare il Comune si ritornerà. Per ora ci limitiamo a segnalare che le Sezioni Riunite della Corte dei conti per rigettare il ricorso di Lavanga sono state alquanto agevolate proprio dallo stesso ricorso, che puntualmente elenca le criticità del Comune (criticità che, per inciso, l’AMBC da anni mette nero su bianco con tanto di dati e analisi). Scrive la Corte (pagg. 14, 15 e 16): “A ciò deve aggiungersi quanto rilevato nella medesima consulenza tecnica di parte allegata al ricorso in esame, ove si rappresenta che il Comune di Mondragone sconta, nel tempo, diverse grosse criticità, tra loro strettamente collegate: un indice composito di fragilità comunale pari a 9 (min. 1; max. 10), un indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) molto elevato, pari a 103,1 (media Italia 99,3 tra 93,6 e 109) e una capacità fiscale pro capite molto bassa, pari a 315 (media Italia 500)…”

Concludendo che “A fronte, dunque, di una pacifica situazione di grave criticità, dovuta ad una pluralità di fattori anche esogeni, come ben rappresentato nella predetta relazione e nelle osservazioni al riguardo svolte dalla Sezione territoriale nella delibera impugnata, il PRFP avrebbe dovuto contenere misure specifiche idonee a poter delineare in chiave prospettica uno strutturale riequilibrio della gestione finanziaria del Comune…”. Di fronte ad una sentenza così eclatante, che certifica l’incapacità di Lavanga di mettere a punto un Piano di riequilibrio serio e credibile in grado di scongiurare il fallimento, come può questo Sindaco continuare ad indossare la fascia tricolore? A quando le dignitose dimissioni?” conclude così il gruppo.