Ci sono uomini che passano sulla terra come comete, lasciando dietro di sé scie di luce che non si spengono nemmeno quando il cielo si fa buio. Mimmo Marzaioli è stato questo per noi: un uomo-luce, un uomo-pianta, profondamente radicato nella sua terra — quella amata, ferita, ribelle provincia di Caserta — eppure capace di fiorire ogni giorno nei pensieri e nelle azioni, nei gesti silenziosi che costruivano futuro dove altri vedevano solo rassegnazione.
Non era un eroe da copertina, Mimmo. Era molto di più. Era un seme che ha scelto di morire al silenzio per farsi voce, di rinunciare al comodo per farsi presenza viva nelle pieghe dimenticate del sociale, tra le crepe delle disuguaglianze, nei cuori di chi aveva bisogno di credere ancora in una giustizia dal volto umano. Lo trovavi dove c’era da tendere una mano, lo trovavi dove il bene comune era in pericolo, lo trovavi quando c’era da alzare la testa. E sempre con quella sua dolce fermezza, con quella determinazione che non faceva rumore ma che cambiava le cose.
Oggi il suo silenzio è assordante. Oggi la sua assenza pesa come un macigno sul petto di chi gli ha voluto bene, di chi ha marciato al suo fianco, di chi ha creduto in un’idea di impegno che non fosse polvere di parole, ma sangue del cuore.
Mimmo non è stato solo un uomo impegnato nel sociale. È stato un costruttore di bellezza in mezzo al fango, un architetto del possibile, un sognatore concreto. Ha amato la sua Caserta come si ama un figlio che cade e che si rialza, come si ama una madre malata che non si abbandona. Ha promosso, ha lottato, ha unito, ha creduto. Fino all’ultimo.
E ora che se n’è andato, ci sentiamo tutti un po’ più orfani. Perché ci mancherà la sua visione, ci mancherà la sua voce, ci mancherà quel modo tutto suo di farsi ponte tra le persone, di accendere fuochi di comunità là dove il gelo dell’indifferenza sembrava aver vinto.
Alla sua famiglia, ai suoi amici, ai suoi compagni di battaglia, giunga l’abbraccio più sincero e più stretto della redazione di Contrasto TV e del nostro direttore Michele Docimo, che ne hanno sempre stimato la statura morale, l’esempio, l’incredibile umanità.
Mimmo, questo non è un addio. Questo è un “grazie” urlato con le lacrime agli occhi. Grazie per aver camminato con noi, per averci insegnato che l’impegno non ha bisogno di riflettori, ma solo di coraggio e di amore. Continueremo il tuo sogno con la tua stessa passione. Promesso.
E ogni volta che un giovane alzerà la voce per la sua terra, ogni volta che una mano sarà tesa verso l’altro, ogni volta che qualcuno oserà dire “basta” all’ingiustizia… lì, Mimmo, ci sarai tu.