Al L.ar.te.s. il mito parla al presente [VIDEO]

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Aversa – Durante la sera del 30 giugno, sul palco del L.ar.te.s. di Aversa, è andato in scena uno spettacolo che ha saputo unire il peso del mito con l’urgenza del presente. In appena 45 minuti, la rappresentazione ha compiuto un vero miracolo di sintesi: restituire al pubblico tutta la potenza tragica di una storia millenaria, dando voce e spazio a generazioni diverse, non solo tra gli interpreti ma anche tra gli spettatori.

Lo spettacolo prende spunto dal mito di Medea, figura tra le più controverse della tragedia greca. Tradita da Giasone, che decide di sposare la giovane figlia del re Creonte per ambizione politica, Medea finge di accettare, ma prepara una vendetta spietata. Invia alla nuova sposa un mantello e un diadema avvelenati, che uccidono la ragazza e il padre. Infine, in un gesto estremo che lascia lo spettatore senza fiato, Medea uccide i suoi stessi figli. Un gesto che non è solo vendetta, ma disperazione che sfida ogni comprensione.

Ciò che ha colpito profondamente non è solo la trama in sé, ma il modo in cui è stata portata in scena. Giovani, adulti e persone più avanti con gli anni hanno condiviso lo stesso spazio scenico, dimostrando come il teatro possa essere davvero un linguaggio intergenerazionale. Non c’era nulla di nozionistico, nulla di accademico: solo corpi e voci che raccontavano il dolore, la rabbia, la dignità calpestata, con verità e partecipazione.

Il pubblico – numeroso e coinvolto – ha risposto con un’attenzione rara. Lo spettacolo ha fatto il pienone e ha saputo unire anche chi era seduto in platea: generazioni diverse, insieme, a riflettere sul senso della giustizia, sull’abbandono, sulle scelte che segnano la vita.

Una prova teatrale compatta, intensa, essenziale, che ha dimostrato come il mito non sia polvere del passato, ma materia viva che ci riguarda. Perché, a volte, per capire chi siamo, dobbiamo ascoltare le voci antiche. Anche quelle che urlano.