Napoli – Aula piena all’Università “L’Orientale” per la proiezione di “Goodbye Marilyn” che ha inaugurato la rassegna di corti con cui il Prof. Francesco Giordano ha arricchito il programma didattico del “Laboratorio sulle produzioni audiovisive, teatrali e cinematografiche” che dirige.
Curata da Giuseppe Borrone, storico e critico del cinema nonché Direttore artistico, tra gli altri, del Bagnoli Film Festival, che, ospitato al cinema “La Perla”, aprirà i battenti l’11 maggio, la rassegna, articolata in 4 appuntamenti, si prefigge di offrire agli studenti una panoramica delle potenzialità espressive del corto che si è emancipato dal ruolo ancillare del cinema propriamente detto cui era confinato fino a qualche anno fa. Infatti ora universalmente si riconosce al corto dignità artistica non solo in quanto dotato di un proprio linguaggio, di una propria grammatica e sintassi ma anche perché rievoca il cinema delle origini in cui la semantica filmica era affidata esclusivamente alla regia, al montaggio e alle capacità interpretative degli attori, ossia a tutto ciò che fa del cinema un “racconto per immagini”.
Ne fornisce un’ulteriore prova Maria Di Razza con il suo cortometraggio in animazione “Goodbye Marilyn”, un’immaginaria intervista con la diva per antonomasia che ha inscenato il suo suicidio – è il presupposto da cui prende le mosse l’omonima graphic novel cui è ispirato il corto – per evadere dalla gabbia dorata di Hollywood. Con il minimalismo dei disegni e l’uso del colore ridotto all’essenziale, e per questo di grande intensità comunicativa, Maria Di Razza tratteggia il ritratto di una Marilyn Monroe lontano dagli stereotipi dell’icona sexy per eccellenza della Settima Arte.
Un piccolo gioiello che in appena 12 minuti, tra malinconie e ironie su Hollywood (“quel posto dove si pagano mille dollari per un bacio e 50 centesimi per la tua anima”), ci restituisce una Marilyn inedita, sconosciuta al grande pubblico. Man mano che scorrono i fotogrammi, in cui all’inevitabile legnosità dei movimenti fanno da contraltare il brio e l’arguzia dei dialoghi, interpretati da Maria Pia Di Meo, storica voce di Meryl Streep, e dal critico e storico del cinema Gianni Canova, si compie l’incantesimo: la diva e il sogno erotico di generazioni di uomini lasciano il posto a una dolce e disincantata nonnina della porta accanto che, tre le spire del fumo di una sigaretta e coppe di champagne, apre il cassetto dei ricordi. Un diluvio di emozioni che non ha lasciato indifferenti gli studenti che, infatti, al termine del visione del corto hanno tempestato Maria Di Razza di domande sul “making of” e sulla sua vita da film visto che da autodidatta, con tenacia e creatività, è arrivata alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. A conferma che solo chi con perseveranza coltiva un sogno può sperare di arrivare al cuore degli spettatori raccontando sogni.