Ambc: “Ma a Mondragone qual è la percentuale di spiaggia libera rispetto a quella in concessione?”

Mondragone – L’ass. Ambc in una nota inviata alla nostra redazione dichiara: “Il tavolo tecnico di Palazzo Chigi sulle concessioni balneari si è concluso con queste determinazioni: le spiagge in concessione (oppure oggetto di domanda) occupano soltanto il 33% delle aree disponibili, mentre il restante 67% è libero e astrattamente concedibile. E sulla base di tali numeri il Governo –amico dei balneari (come dei tassisti e di tutti coloro che monopolizzano e sfruttano i beni comuni) – cercherà ora di convincere la Commissione europea che, sulla base dell’articolo 12 della direttiva Bolkestein, si potrà mettere a gara la parte di costa concedibile e non quella già concessa. Per questo Governo non siamo- insomma- in presenza di “scarsità della risorsa naturale disponibile”.

Tralasciamo in questa sede di soffermarci sulla completezza e omogeneità dei dati utilizzati dal tavolo tecnico di palazzo Chigi e sull’intreccio delle diverse leggi regionali rispetto al risultato finale (non si è tenuto conto, per esempio, che spesso le leggi regionali prevedono una percentuale minima di spiaggia libera che non può essere in ogni caso data in concessione. Insomma, il 67% di spiagge libere non significa che si tratti sempre di spiagge realmente concedibili), questioni che sembrano rappresentare uno dei tanti punti deboli della relazione di 8 pagine elaborata dal tavolo tecnico.

Chi ci segue, sa che l’AMBC da anni si occupa della nostra spiaggia (bene comune) “sequestrata” alla città da troppi decenni e messa a frutto (e che frutto!) da parte di poche famiglie e conosce le nostre analisi e le nostre proposte (solitarie) in merito. Ci permettiamo di riportare in questo caso il link ad uno degli ultimi nostri interventi: https://www.casertanotizie.com/politica/2023/02/08/del-demanio-del-nostro-mare-ed-anche-del-puad-abbiamo-gia-detto-tutto/ (in rete è ancora possibile leggere e scaricare decine di nostri  comunicati).

E sempre in tema di spiaggia, alcuni di noi insieme ad altri amici in sede di discussione pubblica del “famigeratoPiano Spiaggia chiesero –tra le altre cose– ai progettisti incaricati di conoscere il motivo per il quale nel redigere il piano non avevano considerato il lungo tratto di spiaggia nord, oltre la fiumarella, né quello a sud. Redigendo così un “piano spiaggia a metà” (si contestava che il Piano fosse troppo parziale, in quanto considerava esclusivamente l’area limitata tra il torrente Savone e il torrente Fiumarella). E proponevamo di estendere l’applicazione del piano per tutta l’estensione del litorale di Mondragone.

I progettisti risposero che avevano considerato, come richiesto dall’amministrazione comunale, soltanto il tratto di spiaggia presente nel PRG (“il Piano è stato redatto in conformità alle previsioni del PRG che individua quale area sottoposta a PUA esclusivamente l’area limitata tra il torrente Savone e il torrente Fiumarella. Non si esclude comunque la possibilità di estendere in una seconda fase la disciplina di piano ad ulteriori aree del litorale comunale, magari sulla scorta della verifica dell’efficacia e/o del successo della pianificazione di dettaglio approvata”).

Le controdeduzioni dei tecnici che elaborarono il piano alle nostre osservazioni non risposero affatto al quesito posto da noi e anzi determinarono un’altra ovvia domanda: “Perché il PRG non ha considerato a suo tempo i tratti di spiaggia a Nord e a sud?”.

Leggere il documento da pag. 38 a pag. 41:https://mondragone.etrasparenza.it/moduli/downloadFile.php?file=oggetto_provvedimenti/17441745511O__OAllegato_delibera_giunta_8_31012017_dichiarazione_di_sintesi_misure_per_il_monitoraggio.pdf.

Di recente, durante un convegno promosso dal Movimento Mondragone Attiva (che l’Associazione Mondragone Bene Comune, impossibilitata a partecipare direttamente, “onorò” comunque con un proprio intervento pubblico: https://www.casertanotizie.com/politica/2023/02/25/mondragone-bene-comune-il-turismo-e-un-oggetto-complesso/), un “politico di lungo corso”, temporaneamente anche sindaco, per quei  tratti di spiaggia a Nord e a Sud ha fatto confusamente riferimento a contenziosi in essere (sic!), come se eventuali contenziosi (qualora esistenti) in ordine al demanio, ai terreni confinanti con la nostra spiaggia e il nostro mare, potessero “congelare” eternamente un bene comune (come la spiaggia e il mare), lasciandolo però ad esclusivo sfruttamento gestionale di alcuni privati. Al punto tale da espungerlo dalla programmazione, facendolo di fatto scomparire.

Ritornando alla relazione del tavolo tecnico di palazzo Chigi, analisi –per esempio– di Legambiente, utilizzando comunque dati pubblici, arrivano a ben altre conclusioni a proposito dell’occupazione della spiaggia pubblica da parte di concessionari. Per Mondragone, Legambiente aveva censito 51 stabilimenti balneari in poco più di 8 chilometri e mezzo di costa, con il 54% della fascia di litorale oggetto di concessioni e con le spiagge “free” ridotte a pochi chilometri.

Scriveva Legambiente nel 2019: “Complessivamente si può stimare che le concessioni superano il 67% di occupazione delle spiagge campane. Ciò significa che solo il 33% del litorale è “free”. Un caso limite è quello di Mondragone dove su 8,4 km di costa sono presenti ben 51 stabilimenti pari al 54,6% di costa occupata”. E anche questi dati potrebbero essere parziali e datati.

Non vorremmo che anche il tavolo tecnico di palazzo Chigi non avesse considerato- per quanto riguarda Mondragone– il lungo tratto di costa che va dalla fiumarella fino ai confini con Sessa Aurunca e il tratto a sud del Savone, così come non furono considerati in sede di redazione del piano spiaggia. E allora chiediamo: qual è la percentuale di spiaggia data in concessione rispetto a quella libera? Quanti sono gli stabilimenti balneari e quanta parte di spiaggia occupano? E possiamo conoscere i dati che il comune ha formalmente inoltrato alla regione Campania e/o ad altre Istituzioni?

Come tutte le nostre domande (al pari delle analisi e delle tante proposte) avanzate in questi anni, anche queste sono destinate a restare “lettera morta”. A meno che qualche Consigliere comunale non ritenga doveroso –nell’interesse pubblico– farle proprie e inoltrare un’apposita interrogazione.

Resta il fatto che non si può permettere che il lungo tratto di spiaggia e di mare che va dalla fiumarella ai confini con Sessa Aurunca e quello a sud del Savone debbano scomparire dalla mappa e da tutte le programmazioni per diventare esistenti soltanto per coloro che li sfruttano (avendo su di essi insediato stabilimenti, ristoranti, bar, alberghi ecc.), i quali per tempo e da tempo hanno già fatto in modo da inibire l’accesso ad essi, senza soluzione di continuità (per esempio lungo tutta la domiziana nord, ora anche illuminata).

A Roma è un governo di destra a cercare di favorire gli eterni occupanti dei beni comuni. E a Mondragone, politicamente parlando, che amministrazione è quella che difende a spada tratta e rinnova le eterne concessioni balneari e addirittura “fa scomparire” dalla programmazione due lunghissimi e bellissimi tratti di costa, favorendo così gli interessi di un gruppetto di privati?

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