Mondragone – Il gruppo AMBC in una una nota inviata alla nostra redazione dichiara: “Abbiamo già scritto di un’estate da “stess idrico”, che abbiamo dovuto trascorrere con l’acqua potabile erogata con il contagocce.
Nel nostro Comune vi è un abnorme approvvigionamento idrico autonomo, ma l’acqua derivante dai pozzi privati (più o meno abusivi), che quasi sempre si affianca -per fortuna- a quella potabile erogata dalla rete idrica, non è sottoposta, come si sa, a costanti controlli, con potenziali rischi per la salute.
Avere pochissima acqua potabile a disposizione, come è successo immancabilmente anche durante questa estate, significa costringere i cittadini ad usare quasi esclusivamente l’acqua dei pozzi con un aumento esponenziale dei rischi. Sono poi troppo ricorrenti i guasti, più o meno gravi, della rete, che per giorni interi ci privano durante l’anno di acqua potabile, con danni anche economici (e non solo, viste le tante interruzioni delle attività didattiche).
Guasti, interruzioni e acqua erogata col contagocce che altro non sono che gli indicatori più evidenti di un servizio alquanto scadente, di una vetustà della rete, ormai ridotta ad un colabrodo e, in definitiva, di una cattiva gestione che si protrae da anni. L’AMBC ha “tuonato” fino alla noia contro la gestione dell’ex Consorzio idrico -fattosi illegittimamente Spa- e ha lanciato appelli per porre la “questione acqua pubblica” all’attenzione generale. Sulla gestione della nostra acqua siamo stati praticamente tagliati fuori, non ne sappiamo nulla e siamo addirittura privati delle più elementari informazioni.
Facciamo un esempio, considerando il cosiddetto Bonus idrico. Nel 2019 la normativa di settore ha reso automatica l’erogazione del Bonus. Per ottenere l’agevolazione non è più necessario fare domanda presso i servizi sociali del Comune o i CAF, come avveniva prima, ma è sufficiente che ogni anno il cittadino o nucleo familiare presenti la “Dichiarazione Sostitutiva Unica” per ottenere l’attestazione ISEE utile per tutte le prestazioni sociali agevolate: è poi l’INPS a comunicare i dati degli aventi diritto ai Gestori dei Servizio Idrico Integrato, i quali corrispondono i Bonus. Il nuovo sistema avrebbe dovuto essere in vigore dal 1° gennaio 2021. La sua applicazione ha però conosciuto uno stop per diverso tempo, dovuto alle verifiche dell’Autorità sulla sicurezza del passaggio dei dati personali forniti da INPS ai gestori. Questa fase di controllo, che ha riguardato la totalità delle aziende attive a livello nazionale, si è conclusa solo pochi mesi fa. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha finalmente autorizzato la trasmissione dei dati necessari per l’individuazione degli aventi diritto ai gestori e ci risulta che molti di essi in Italia hanno già svolto le verifiche necessarie e stanno procedendo con il rilascio dell’agevolazione, sia per il Bonus 2021 e 2022 che i Bonus relativi al 2023.
Comunicando la notizia tempestivamente attraverso i propri siti (e non solo). Abbiamo visitato la pagina Facebook del gestore che ci viene imposto: https://www.facebook.com/people/Idrico-Terra-di-Lavoro-Spa/100069119413882/ e una “specie” di sito web: https://citlservice.acquistitelematici.it/chisiamo, ma non abbiamo trovato alcun riferimento al Bonus idrico. E nessuna informazione al riguardo neppure sul sito del Comune. E non è questa l’unica informazione ad esserci negata da coloro che gestiscono il servizio idrico. Di informazioni sui dati della qualità delle acque che ci vengono erogate, sulla produzione idrica, sulla distribuzione, sulle tariffe idriche in vigore e così via, neanche a parlarne. Tutte informazioni che dovrebbero essere sul sito dell’Ente gestore, unitamente- tra l’altro- alle sezioni obbligatorie “Amministrazione trasparente” e “Bandi e gare”, che ci permetterebbero di controllare la gestione, che attualmente risulta avvolta nella nebbia più fitta. Occorre riflettere sulla necessità di rimettere in discussione la stessa modalità di gestione dei servizi (come l’AMBC aveva ipotizzato nel programma scritto nel 2017 per l’ex sindaco Pacifico.
Programma, come si sa, miseramente tradito). Acqua, rifiuti, verde urbano, illuminazione pubblica, servizi cimiteriali, servizi di sosta e parcheggio, farmacia comunale, servizi sociali, servizi manutentivi…, tutti nelle mani di privati, i soli a fare affari (e da anni), a danno della qualità e di tutti i cittadini. E anche quando sono gestiti da una società totalmente pubblica (come nel caso dell’acqua) o a maggioranza pubblica (come nel caso della farmacia), si tratta di servizi che fanno soltanto la fortuna del socio privato o dei nominati dal ras di turno nei vari organi societari. E’ la privatocrazia, che si è insinuata in tutti i servizi pubblici del nostro Comune, addirittura nei servizi demografici, lucrando alle spalle dei cittadini, offrendo in cambio servizi più che scadenti e compromettendo soprattutto la legittimità democratica.
Il Comune è diventato “cosa loro”! L’unico modo per rompere questa spirale è sperare in una stagione politico-amministrativa “rivoluzionaria” (ma possibile), in grado di riportare tutti i servizi nella gestione pubblica. Cosa non facile, almeno fin quando le urne continueranno a dare gli stessi responsi degli ultimi decenni.”