Avellino – La morte di Giuseppe Capobianco ha dato inizio alla battaglia della sua famiglia contro la tragedia stradale e, in particolar modo, contro la “manovra nera”, che ancora viene effettuata sul luogo dell’incidente.
Giuseppe perse la vita il 2 giugno del 2017, lungo la strada statale 90 bis Var, in direzione Grottaminarda – Ariano Irpino. È stata richiamata la violazione colposa dell’art.40 co.8 C.d.S. posta probabilmente in essere, stando alle prime ricostruzioni, dall’imputato, il quale, alla guida di una Fiat Punto, non avrebbe posto la dovuta attenzione alle strisce longitudinali continue presenti sulla carreggiata, in prossimità di una strada interpoderale posta sulla sinistra. Svoltando in direzione di quest’ultima, sarebbe stata travolta la vittima in sella ad un motociclo kawasaki guidato a velocità presumibilmente consentita.
“Da quel giorno – afferma la mamma di Giuseppe, Sonia Scheno – la mia vita si è fermata. Un dolore immenso che non si colmerà mai. Non è stata rispettata linea longitudinale e il veicolo, per una manovra che non doveva essere effettuata, ha travolto la moto di mio figlio. Noi lottiamo affinché quella manovra non venga più fatta, ma, oggi, a distanza di due 2 anni dall’accaduto, non è ancora cambiato nulla”.
Da quel terribile giorno, la famiglia si è rivolta all’associazione A.I.F.V.S (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada) nella persona della referente zona Avellino, Anna Nardone. Nel corso dei due anni, con il sostegno della Nardone, l’associazione è riuscita a costituirsi parte civile nel processo tenutosi l’8 aprile scorso, con soddisfazione espressa anche da parte dell’avvocato Italo Palumbo, a cui si è rivolto la famiglia Capobianco.
“Siamo davvero felici – afferma Anna Nardone – di essere riusciti a costituirci come parte civile nel processo. Sin dall’inizio sono stata vicina alla famiglia Capobianco, sostenendoli moralmente e fisicamente”.
Il 2 giugno si terrà, inoltre, un memorial organizzato dagli amici di Giuseppe in suo ricordo. L’evento si svolgerà sul luogo dell’incidente, dove nel giugno del 2018 è stato costruito un monumento, il “Motolito”, in ricordo di tutti i motociclisti vittime della strada.