Basta giustificazioni: la cultura che uccide le donne ogni giorno [VIDEO]

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Campania – Non sono numeri, non sono casi isolati, non sono tragedie sfortunate. Sono esecuzioni. Sono uomini convinti di avere il diritto di decidere quando una donna deve smettere di respirare. Sara Campanella aveva 22 anni, voleva salvare vite, ma nessuno ha salvato la sua. Accoltellata in mezzo alla strada da chi la perseguitava da anni, perché il suo “no” non era stato accettato.

E noi? Noi contiamo le morti, ci indigniamo per qualche ora, poi torniamo alle nostre vite fino alla prossima vittima. Intanto i giornali parlano di raptus, di amore malato, di uomini disperati. Poverini, gli assassini. Mai una volta che si dica la verità: il femminicidio non è follia, è cultura. Una cultura che insegna agli uomini a possedere e alle donne a temere. Una cultura che ogni volta cerca un perché, come se ci fosse un motivo valido per massacrare una donna. Quante altre? Quante altre croci dovremo piantare prima di capire che questa è una guerra? Non di pistole e bombe, ma di mani che stringono troppo forte, di coltelli che colpiscono, di sentenze che assolvono, di gente che chiude gli occhi e dice “è sempre stato così” .

E allora basta. Basta ipocrisia, basta scuse, basta giustificazioni. Il prossimo nome sulla lista potrebbe essere quello di una sorella, di un’amica, di una figlia. Potrebbe essere il tuo. E se questo non ti fa paura, sei parte del problema. Serve non voltarsi dall’altra parte, perché ogni volta che lo facciamo, siamo complici.