Conclave 2025, i papabili [VIDEO]

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Conclave – La rivoluzione del pontificato di Bergoglio, il suo schierarsi di fronte a temi come il conflitto Israele- Palestina, le affermazioni sulla comunità LGBTQ+, e argomenti mai affrontati come l’aborto o la tolleranza verso i conviventi o divorziati va sicuramente a segnare il destino di questo Conclave. Ci sarà una continuità bergogliana o un cambio di rotta?

Diversi sono i papabili e diverse le loro posizioni. Tra gli italiani abbiamo il cardinale Matteo Zuppi, noto per il suo impegno pastorale, la diplomazia e la vicinanza agli emarginati, scelto da Papa Francesco come inviato speciale per missioni di pace, tra cui quella in Ucraina e Russia, con particolare attenzione al rimpatrio dei bambini deportati. La sua esperienza nella mediazione e il suo approccio discreto lo rendono una figura chiave nella diplomazia vaticana, anche se criticato riguardo alla gestione di casi di abuso nella chiesa italiana.

C’è poi il cardinale Angelo Bagnasco, noto per la sua profonda formazione teologica, il rigore dottrinale e l’impegno pastorale, per la sua adesione al tomismo e per la difesa dei valori tradizionali della Chiesa. Durante il suo episcopato a Genova ha affrontato con determinazione le sfide pastorali e sociali come le alluvioni e il crollo del Ponte Morandi, mostrando vicinanza alle vittime e alla comunità.

Ancora in Italia, il cardinale Pierbattista Pizzaballa è una figura di spicco della Chiesa Cattolica, noto per il suo impegno nel dialogo interreligioso e per la sua lunga esperienza in Medio Oriente. Nel 2023, durante il conflitto tra Israele e Hamas, ha offerto se stesso in cambio di bambini israeliani presi in ostaggio, gesto che ha attirato l’attenzione internazionale.

Un nome che si sta facendo strada negli ultimi giorni è quello di Pietro Parolin. Nel 2013 Papa Francesco lo ha nominato segretario di Stato, rendendolo il principale consigliere e diplomatico del Vaticano. In questo ruolo, Parolin ha gestito questioni complesse come l’accordo del 2018 con la Cina sulla nomina dei Vescovi, le relazioni con l’Iran e le crisi in Ucraina e Gaza. È noto per il suo stile discreto e pragmatico, spesso incaricato di gestire le conseguenze delle dichiarazioni più controverse del Papa.

Mantiene una posizione conservatrice su temi come il matrimonio omosessuale e l’eutanasia, ma mostra apertura su questioni come il celibato sacerdotale e il ruolo delle donne nella Chiesa. Questa combinazione di fermezza dottrinale e flessibilità disciplinare lo rende una figura di equilibrio tra le correnti progressiste e tradizionaliste all’interno della Chiesa.

All’estero troviamo il Cardinale Jean-Marc Aveline di spicco nella Chiesa francese, noto per il suo impegno nel dialogo interreligioso, la formazione teologica e l’attenzione alle sfide sociali contemporanee. Ha spesso sottolineato l’importanza di una via profetica di prossimità, evitando sia l’accoglienza ingenua sia la criminalizzazione degli immigrati. La sua visione progressista lo rende una figura di consenso tra le diverse correnti della Chiesa.In Ungheria, il Cardinale Peter Erdo è visto come un candidato capace di riportare la Chiesa una maggiore attenzione alla dottrina tradizionale.

Nelle periferie del mondo, a Manila, troviamo Luisa Antonio Tagle, definito il francesco asiatico. Tagle, noto per il suo stile pastorale umile e inclusivo, ha mostrato particolare attenzione verso i poveri, i migranti, i giovani e ha sostenuto un approccio compassionevole nei confronti delle persone LGBTQ+, pur mantenendo l’adesione alla dottrina cattolica. In Guinea, il papabile Cardinale Robert Sarah, noto per la sua difesa della liturgia tradizionale e per le posizioni ferme su temi come la famiglia e la morale sessuale, ha criticato alcune riforme di Papa Francesco, come l’apertura alle benedizioni per le coppie omosessuali.

In Congo, il Cardinale Besungu è noto invece per il suo progressismo su alcune questioni ambientali e sociali. Siamo di fronte ad una decisione che detterà le sorti dell’ideologia della Chiesa, ma il prossimo papa sarà tra questi? O ci saranno colpi di scena, come con Francesco? Che il prossimo papa non sarà tra i papabili?