Primo Piano – Il Ten. Oreste Monteforte, dirigente nazionale del sindacato carabinieri PSC (Pianeta Sindacale Carabinieri) in una nota inviata alla nostra redazione dichiara: “Onorevoli rappresentanti delle istituzioni, colleghi, cittadini, oggi ci troviamo a discutere di una questione che non può più essere rimandata: la necessità di regole di ingaggio chiare, condivise e uniformi per tutte le forze di polizia. La tragica vicenda di Ramy Elgaml ha riacceso il dibattito pubblico e istituzionale sulla gestione degli inseguimenti. Come rappresentante del Pianeta Sindacale Carabinieri (PSC), ritengo che sia nostro compito trasformare questa tragedia in un’opportunità per costruire un sistema più equo e funzionale.
Discutendo con il Segretario Generale del PSC, Vincenzo Romeo, siamo giunti a una conclusione chiara: il sindacato deve assumere un ruolo attivo, concreto e propositivo. Non possiamo limitarci a criticare o a denunciare le mancanze del sistema. Dobbiamo lavorare per sviluppare proposte concrete e strutturate, basate sulla nostra esperienza e sulle reali esigenze operative delle forze dell’ordine.
Come sindacato, abbiamo il dovere di convocare un tavolo tecnico che coinvolga rappresentanti di tutte le forze di polizia. In questo contesto, intendiamo definire linee guida operative, protocolli chiari e regole di ingaggio precise. Non sarà un esercizio teorico, ma un lavoro pratico e mirato, con un solo obiettivo: tutelare chi rischia la vita ogni giorno per garantire la sicurezza dei cittadini.
Una volta completato questo lavoro, sarà nostra responsabilità presentare queste proposte alle istituzioni, aprendo un confronto con la politica e chiedendo che le nostre indicazioni siano valutate, discusse e approvate da una commissione parlamentare. Solo così potremo assicurarci che le regole di ingaggio diventino un patrimonio comune, vincolante per tutti, e non restino una questione lasciata alla discrezionalità dei singoli operatori o al giudizio sommario della magistratura.
La vicenda di Milano è un esempio lampante di come le forze dell’ordine siano lasciate sole. Chi scappa a folle velocità per 8 chilometri, prendendo strade contromano e ignorando le sirene, non può essere trattato come una vittima. Eppure, in assenza di regole chiare, i carabinieri che agiscono per fermare un pericolo immediato si trovano spesso esposti a critiche e processi, mentre chi infrange la legge sembra godere di maggiore tutela. Noi non vogliamo sottrarci al nostro dovere. Non vogliamo eludere le responsabilità. Ma vogliamo essere messi nelle condizioni di operare in sicurezza, con la consapevolezza di essere protetti da un quadro normativo chiaro e inequivocabile.
Il lavoro del sindacato non si ferma alla denuncia. Deve essere un ponte tra chi opera sul campo e chi ha il potere di legiferare. Come sindacalisti, ci impegniamo a elaborare proposte concrete e a presentarle con fermezza a chi governa questo Paese. Non vogliamo più sentirci soli, né vogliamo che le forze dell’ordine siano il bersaglio di accuse e critiche ogni volta che una tragedia accade.
Un pensiero particolare va al giovane Ramy Elgaml, vittima di una tragedia che deve ricordarci quanto sia importante agire con responsabilità e visione. Questa non è una questione di colpe, ma di costruzione. Di costruzione di un sistema che garantisca sicurezza a chi la deve proteggere e a chi la deve ricevere. Noi del Pianeta Sindacale Carabinieri crediamo che questo sia il momento di passare dalle parole ai fatti. Se la politica non agirà, saremo noi a spingerla a farlo, con proposte chiare, precise e in linea con le esigenze di chi indossa una divisa. È il nostro dovere. È il nostro diritto.”