Aversa – L’omicidio di Cinzia Santulli, avvenuto nel 1990 ad Aversa, è uno dei casi più enigmatici e controversi della storia giudiziaria italiana. Una donna tranquilla, esperta di fisioterapia e riabilitazione, viene brutalmente uccisa nel suo appartamento con ben 41 coltellate. Tuttavia, la vicenda assume una svolta incredibile quando il presunto assassino, identificato e processato, viene dichiarato innocente in sede penale ma colpevole in sede civile.
Cinzia Santulli viene trovata uccisa nella sua intimità e il crimine presenta contorni inquietanti. Senza segni di effrazione e senza un movente apparente, le indagini si concentrano su un nemico invisibile. La polizia, attraverso un’accurata indagine, riesce a identificare un sospettato che viene processato. Tuttavia, la situazione prende una svolta sorprendente quando il tribunale emette due sentenze contraddittorie: colpevole in sede civile, innocente in sede penale.
Il presunto assassino rimane praticamente libero, generando sconcerto e indignazione nell’opinione pubblica. Il caso Santulli diventa emblematico delle anomalie giudiziarie in Italia. La coesistenza di due sentenze divergenti mette in luce le strade contorte e distoniche del sistema giudiziario. In sua memoria è stato creato un centro di riabilitazione ad Aversa.