Liceo Siani: Quando il Teatro Diventa Vita

Aversa – Ci sono storie che nascono in silenzio, tra le mura di una scuola, e si fanno strada come fili d’erba che spaccano l’asfalto. Storie di ragazzi che, in un mondo affamato di certezze, scelgono di smarrirsi per ritrovarsi. E il teatro diventa la loro bussola, il luogo in cui la fragilità si trasforma in bellezza e l’errore in possibilità.

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Nel cuore pulsante del Liceo Scientifico Statale “Giancarlo Siani” di Aversa, il laboratorio teatrale è diventato un’alchimia di parole, azioni ed emozioni. Un viaggio che ha trovato il suo compimento nello spettacolo “Tutt’altra scena”, frutto di un percorso profondo, che ha fatto del percorso teatrale non solo uno strumento di crescita, ma un vero e proprio atto di resistenza contro il conformismo e la paura di esistere.

Guidati dalle sapienti mani delle professoresse Valentina Volante e Raffaella Moccia e con la collaborazione di Floriana Vernola, gli studenti hanno varcato il confine tra palco e vita, imparando che il teatro non è finzione, ma il più autentico degli specchi. Le professoresse hanno saputo accendere nei ragazzi quella scintilla che trasforma la recitazione in un grido di libertà, un respiro profondo nel caos delle loro età. La sua passione si è intrecciata ai sogni degli studenti, facendo del laboratorio non solo un esercizio artistico, ma un’educazione sentimentale alla vita.

Gli alunni, hanno portato in scena testi che non sono semplici parole, ma impronte di anime che si incontrano nel tempo: dalla poesia di Eduardo De Filippo alle Operette Morali di Giacomo Leopardi, dai toni ironici di Vincenzo Salemme alla profondità di Pirandello. Un viaggio che si è chiuso con un inno alla vita e alla gioia sulle note di Viva la vida, cantato dal coro del liceo con un’intensità che ha fatto tremare il respiro del pubblico.

In un’epoca in cui la velocità fagocita il pensiero, questi ragazzi hanno scelto il tempo lento della scena, il battito della voce che si fa eco nell’altro. Hanno scoperto che il teatro non è un semplice gioco di ruoli, ma un laboratorio di umanità. Qui si impara ad accettarsi, a perdersi, a riconoscersi. Si impara che la fragilità non è una colpa, ma il punto da cui nasce ogni bellezza. E così, sotto le luci del palco, hanno trovato il loro posto nel mondo. Non più spettatori della vita, ma protagonisti consapevoli della loro storia. E questo, forse, è il più grande spettacolo che potessero regalarci.