Mondragone – Così AMBC: “Ricorderete che una delle primissime iniziative della nuova Amministrazione targata Zannini-Pacifico- all’indomani del suo insediamento e dopo aver tradito il Patto Civico- fu “Calici sotto le Stelle”, organizzata per conto del Comune di Mondragone da un’associazione locale, che si denominò “Arci Sinuessa Mondragone”, un’associazione fresca di istituzione (allora), che sembrò essere stata tirata su quasi alla bisogna e che scalzò a piè pari chi aveva organizzato quell’evento negli anni precedenti, ovvero l’Associazione Pro Loco di Mondragone: https://casertasera.it/2017/08/08/torna-il-10-agosto-a-mondragone-calici-sotto-le-stelle/. Non mancarono le polemiche, vista anche la pregressa candidatura di qualche organizzatore.
E anche l’anno successivo -nel 2018- l’evento promosso in Italia dall’Associazione Nazionale Città del Vino fu nuovamente di scena a Mondragone https://www.pupia.tv/2018/08/canali/societa/mondragone-il-10-agosto-calici-di-stelle-e-notte-bianca-dellarte/423229. La manifestazione si è ripetuta puntuale -al netto della pandemia- anche negli anni successivi. “Si beve anche per dimenticare”. E sarà stato per questo motivo che l’Amministrazione targata Zannini- Pacifico, pur essendo stata alquanto “felina” nell’impossessarsi (senza fare prigionieri e al grido di: “c ripigliamm tutt chell ch’è o nuost”) della tradizionale manifestazione dell’Associazione Nazionale Città del Vino, si sia poi fatta “travolgere dai fumi dell’alcol” e sia diventata “poco lucida”, dimenticandosi sistematicamente di pagare la quota di adesione annuale a quella associazione, alla quale il Comune aveva aderito nel lontano giugno 2000. Si, anche questo è successo in questi anni dalle parti del duo Zannini-Pacifico. Nel 2017, 2018, 2019, 2020 e 2021 non hanno onorato il pagamento della quota di adesione per un importo totale di € 13.166,50. Si sono dimenticati di pagare, anche se non si sono mai dimenticati di brindare.
E anche in questo caso hanno dovuto negoziare, accordandosi con l’avvocato dell’Associazione che ha accettato la proposta di € 8.500,00 a saldo delle quote associative pregresse e il pagamento di € 200 quale spese per l’intervento legale, per un totale di € 8.700,00. Che vergogna! Di fronte all’ennesima figuraccia ti aspetteresti iniziative da parte del Sindaco tese a conoscere i motivi per i quali non sia stata pagata per ben cinque anni di fila, da quando cioè si è insediato lui e per tutto il suo mandato, la quota di adesione a questa Associazione e ti aspetteresti di conoscere le responsabilità di chi doveva procedere e non lo ha fatto. E ti aspetteresti anche qualche iniziativa disciplinare nei confronti di chi è stato inadempiente, esponendo il nostro Comune all’ennesima figura di merda. Ma non succederà nulla di tutto ciò, statene certi. L’“alta burocrazia” comunale (diciamo) fa e disfa a piacimento senza dover rendere conto a nessuno del proprio operato e delle proprie illegittimità e gravi inadempienze. In un Comune privo di Assistenti sociali e con il settore nel caos più totale, una tale burocrazia si può permettere addirittura di autorizzare una dipendente dell’Ufficio Servizi sociali a lavorare soltanto per nove ore alla settimana.
Dipendente che avrà le sue buone e legittime ragioni che la portano a fare una tale richiesta (motivazioni che a noi vengono però inibite per la privacy, così scrivono), richiesta che però dovrebbe essere considerata almeno quanto i bisogni organizzativi e funzionali e le scadenze e le emergenze dell’Ente. E già nel passato- ricorderete- siamo stati costretti a puntare il dito contro un comando concesso ad un’assistente sociale da un’Amministrazione il cui Sindaco- di fronte ad alcuni gravi scandali che avevano portato la città alla ribalta delle cronache nazionali- s’era permesso poi di lamentarsi per la carenza di personale. Un Ente che proprio a causa della scarsità di personale tecnico e amministrativo (oltre che per colpa della scelta nefasta di Zannini-Pacifico di far illegittimamente accomodare qualche Consigliere comunale sulla poltrona dell’Assessore al welfare) non riesce ancora oggi a erogare i buoni spesa e a spendere i tanti soldi ricevuti dal Governo per i Servizi sociali. Ma poi ci domandiamo: siamo sicuri che a decidere tutto ciò siano autonomamente i dipendenti apicali dell’Ente?”.
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