Mondragone – “Siamo profondamente convinti che il sindaco Pacifico e la sua maggioranza in questi lunghi quattro anni e più abbiano dimostrato di essere paragonabili ad una “calamità”.
Hanno evidenziato- senza ombra di dubbio- tutta la loro pochezza ed incapacità ed hanno dato ampia prova di non avere uno straccio di idea di città e di essere assolutamente privi dei “fondamentali” (politici ed amministrativi) per governare. Vanno, insomma, superati a piè pari e senza rimpianto alcuno. Stiamo cercando -nel contempo- di prestare la dovuta attenzione ai primi vagiti di chi pensa di candidarsi a sostituire Pacifico. Aspirazioni più che legittime (guai a non avere cittadini desiderosi di occuparsi della gestione della propria città!), nella speranza che crescano e si diffondano con la dovuta consapevolezza.
Prendendo atto, innanzitutto, che fare oggi in Italia il “mestiere di sindaco” è difficilissimo, quasi impossibile (non è come fare il consigliere regionale e fatto -semmai- come lo fa chi sappiamo noi …), soprattutto quando si è “primi cittadini” di città come Mondragone, scassate da un malgoverno ultradecennale, con un bilancio in default, con una burocrazia ridotta al lumicino e con problemi ambientali, economici e sociali da “far tremare le vene e i polsi”. Ecco perché -come già ammonivamo nel 2017 (ma per la verità fin dal ‘91/ ’92) – occorre innanzitutto evitare di pensare di “poter fare da soli” la “rivoluzione del cambiamento” e di essere gli unici depositari delle “magnifiche sorti e progressive”. Diremo in altra circostanza (e con un apposito documento) i motivi che ci spingono (da sempre) a cercare dialogo, convergenze o alleanze, a partire da sinistra (dalla parte del campo di gioco che da sempre frequentiamo), ma anche “oltre il ghiaccio delle appartenenze” (che spesso sono soltanto comode rendite di posizione coltivate nei propri orticelli per i propri interessi) e a costo di prendere- per tradimento ricevuto- anche qualche sonora cantonata (che in questi anni non ci siamo fatti mancare, come nel caso- da ultimo- di Pacifico).
A coloro che annunciano- tra musica e slogan- la loro prossima “discesa in campo” ci permettiamo -sommessamente- di segnalare per ora la manifestazione nazionale dei sindaci dell’altro giorno e il documento che è stato approvato. L’AMBC ha seguito da vicino i 600 sindaci che si sono ritrovati il 7 luglio scorso in piazza, a Roma, con la fascia tricolore al braccio. Sindaci provenienti da ogni parte d’Italia, appartenenti a tutti gli schieramenti politici, ma accomunati per la carica che ricoprono dagli stessi gravi problemi (non abbiamo intravisto il sindaco Pacifico, ma c’era?). Sindaci stritolati dal patto di stabilità e da burocrazie immiserite negli anni (nel numero e nella qualità), che non di rado diventano “il parafulmine” e il “bersaglio” (preferito?) su cui scaricare ogni responsabilità (da quella civile a quella penale). I sindaci hanno rivendicato più garanzie per le loro responsabilità, più rispetto per la loro funzione e più strumenti e semplificazioni.
“Ho portato l’arma del delitto- ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’ANCI Antonio Decaro- estraendo un pacchetto dalla tasca della giacca- è una penna che ho conservato, come accade per i reperti. Con questa ogni giorno firmiamo decine di atti e corriamo dei rischi. La vorremmo consegnare simbolicamente a tutti i rappresentanti del Governo e del Parlamento perché – ha sottolineato – capiscano che in quei secondi che precedono la firma di ogni atto, noi sindaci siamo divorati da un dubbio amletico: firmare o non firmare. Perché se firmi rischi di essere indagato per abuso d’ufficio. E se non firmi per omissione di atti d’ufficio”. Nella stessa giornata della manifestazione pubblica si è svolta anche l’Assemblea nazionale dell’ANCI che ha approvato un documento che recepisce alcune proposte di norme che l’associazione ha avanzato in questi anni e con cui si richiede al Governo e al Parlamento, a tutti i gruppi parlamentari di maggioranza ed opposizione un impegno formale e concreto che porti all’adozione nell’arco dei prossimi tre mesi di un decreto-legge. Segnaliamo questo documento in allegato non tanto a Pacifico e alla sua Amministrazione, che ormai hanno fatto il loro tempo (e i loro bei danni) e aspettano soltanto il suono della campanella per uscire di scena, quanto a coloro che si stanno preparando per sostituirli.
L’AMBC, dal canto suo, continuando il suo coerente percorso (che per alcuni è lastricato di errori), si attarda -ancora una volta- a sperare -per restare alla propria metà di campo- che anche le avanguardie (o presunte tali) capiscano che occorre andare dove gli altri già sono (anche con i loro errori … ma chi è senza peccato …) e che le differenze (presunte o reali) sono obbligate a coesistere e collaborare. E ancora una volta propone di lavorare per una Coalizione della “Sinistra in Comune” per rendere possibile -al di là degli slogan- la speranza di un’altra Città. Chiudiamo -come spesso facciamo- con una segnalazione. Da settimane imperversa il dibattito sul ddl Zan relativo alle “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” (https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/356433.pdf) e siamo inondati da prese di posizione, accuse, scomuniche, editoriali, comunicati e invettive. Tra le tantissime cose (troppe e troppo a sproposito) lette in questi giorni, vogliamo segnalarvi un articolo di Guia Soncini (che da tempo seguiamo con piacere quasi quotidiano): https://www.linkiesta.it/2021/07/fedez-zan-renzi-ferragni/. Vale la pena di leggerlo. Ciao Raffaella! E Viva l’Italia!”.
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