Mondragone – “Diciamolo subito a scanso di equivoci: parleremo di quel pasticciaccio brutto dell’appartamento abusivo sorto all’interno della nuova sede del Comando di Polizia Municipale, ma non siamo Vigili urbani, non abbiamo alcun Master in criminologia o sicurezza integrata, non abbiamo mai sparato e non possediamo neppure una misera arma.
E diciamolo ancora una volta: siamo 4 gatti che attraverso una piccolissima associazione politica cercano di occuparsi della città (come sanno e come possono). Siamo cittadini che “sanno di non sapere” (come abbiamo più volte sottolineato), ma che sanno di avere il sacrosanto diritto a “manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” (anche attraverso il diritto di cronaca, il diritto di critica e il diritto di satira) e vogliono esercitarlo, sperando di far conoscere le proprie idee, le critiche costruttive e le proprie proposte (sì, rincorriamo la necessaria visibilità!). Siamo quei 4 amici al bar che pensano che si possa parlare di calcio pur non essendo Maradona, che si possa promuovere un referendum antiproibizionista pur non essendo un drogato, che ci si possa interrogare su Dio pur non essendo né teologi né filosofi, che si possa criticare un film o una serie tv pur non essendo un esperto di cinema né un critico professionista o un regista, che si possano presentare proprie osservazioni agli atti pubblici di programmazione e pianificazione (addirittura a livello europeo), pur non essendo né urbanisti né economisti e né esperti di alcunché. Ma soltanto perché cittadini consapevoli, ai quali per fortuna in un regime democratico per esercitare il proprio diritto di cittadinanza attiva non viene chiesto l’esibizione di un curriculum. Quindi, l’Omino di burro si metta l’anima in pace: potrà sguinzagliarci addosso chi vuole, ma con noi perde tempo!
Dicevamo del pasticcio dell’abusivo appartamento nei locali della polizia municipale. Stiamo ai fatti. In Consiglio comunale il leader del centrodestra, Giovanni Schiappa, fa riferimento all’esistenza di un possibile appartamento abusivo nei locali del Comando. Qualche giorno dopo l’inviata di www.casertace.net cerca attraverso un’inchiesta di verificare la veridicità o meno della grave denuncia di Giovanni Schiappa. Anche intervistando il Sindaco, che -incalzato dalla giornalista- dice di non sapere, che minimizza, parlando di un fornello e di una brandina per qualcuno che non ha casa a Mondragone e che comunque si impegna alle verifiche del caso. L’inviata cerca anche di recarsi in loco per accertarsi dell’esistenza dell’appartamento abusivo, ma senza riuscirci. Entra però in possesso e pubblica alcune foto di una cucina funzionante e abitabile, di una stanza da letto arredata, insomma di un miniappartamento tirato su di tutto punto all’interno del Comando e, presumibilmente, da qualche tempo utilizzato. Partono attacchi incrociati, esposti e denunce e addirittura chiamate di persone informate dei fatti a riferire.
E vi è finanche una dichiarazione di qualcuno che dice di aver comprato i mobili di tasca propria (con smentita immediata però da parte della stampa, che di lì a poco pubblica ben altri documenti). Poi finalmente arriva la verità: il responsabile della ripartizione tecnica accerta e mette nero su bianco che presso il Comando qualcuno ha tirato su un appartamento mai autorizzato e, quindi abusivo (che presumibilmente ha usato), ordinando l’immediata rimozione dell’abuso e il ripristino dei luoghi. Aveva ragione Giovanni Schiappa e aveva visto giusto la coraggiosa inviata di CasertaCE. A questo punto ti aspetti che- legge alla mano- all’atto del responsabile della ripartizione tecnica venga data immediata esecuzione con la rimozione dell’abuso, nonché il perseguimento del reato accertato. Ma, incredibilmente, non accade nulla, se non l’affidamento al Comandante di quel Corpo, presso la cui sede si è consumato l’abuso, anche del servizio tributi. La minoranza consiliare di Giovanni Schiappa e Achille Cennami, verificato che si è di fronte ad ipotesi di reati (anche penali), che si continua impunemente a calpestare la legge e che si assiste inermi al mancato adempimento imposto dall’atto del responsabile della ripartizione tecnica comunale, presenta su tutta la vicenda una puntuale interrogazione a risposta scritta. Interrogazione in attesa di risposta.
Ma la Giunta Municipale a 5 (il sesto viene disperatamente offerto in un mercato delle vacche a desta e a manca, ricevendo però soltanto dinieghi), interferendo con quanto accertato e disposto dall’ufficio tecnico competente, con un eclatante abuso e ergendosi a “giudice in terra del bene e del male”, delibera di accogliere una (tardiva) istanza del Comandante e di dare mandato a quello stesso dipendente che aveva relazionato sull’abuso e chiesto la sua immediata rimozione, affinché provveda a riorganizzare gli spazi del comando e a prevedere un appartamento di servizio. No, non stiamo su “Scherzi a parte”. Siamo semmai dalle parti di “Date a Cetto quel che è di Cetto”. Del reato denunciato e accertato e dell’abuso fotografato neppure una parola. L’appartamento “s’ha da fare”, perché qui comando io, non la legge o le corrette procedure. E perché “Io so’ io… e voi non siete un cazzo!”. Vedremo come andrà a finire e se c’è ancora un Giudice dalle nostre parti. Un richiamo finale a Villa Sparagana. I tanti commenti ricevuti ci hanno rallegrato (e, del resto, noi vogliamo visibilità). Abbiamo saputo ufficialmente (attraverso un post giratoci da amici) chi è il nuovo proprietario della Villa, al quale auguriamo di godersela alla grande per tantissimi anni.
Al nuovo acquirente dobbiamo però precisare che noi ripetutamente negli anni ci siamo occupati della Villa e nel comunicato mettevamo il link anche ad un intervento fatto nel 2017 (uno dei tanti). Ma sappiamo bene che il duro lavoro di un imprenditore di successo mal si concilia con le nostre “minchiate”, che fanno perdere soltanto tempo e denaro. Per la verità anche altri nel tempo hanno cercato (purtroppo senza successo) di fare qualcosa, per esempio l’allora vicesindaco Franco Siciliano (e sicuramente anche tanti altri ci hanno provato). Condividiamo però che la politica non ha fatto tutto ciò che poteva per acquisirla al patrimonio pubblico. Nei tanti anni precedenti, come anche negli ultimi quattro. E su quest’ultimi il nuovo acquirente non dovrebbe far fatica a verificare, potrà agevolmente chiedere alla sua consorte assessora. C’è poi un equivoco: noi abbiamo soltanto pubblicato un decreto perché alcuni ce l’hanno chiesto e perché non tutti possono averlo, anche a causa del tempo trascorso dalla sua emanazione. E perché tutti- e soprattutto gli “addetti ai lavori” – possano tenerlo in debito conto. Stiamo parlando di un servizio, di informazione, di far conoscere per verificare. Tutto qui. Quindi, se qualche Archistar, sbagliando di grosso, pensa che per questo siamo incappati nel “delitto di lesa maestà” è soltanto affar suo e del proprio smisurato EGO.
Noi poco possiamo farci, se non dirgli di non abbassarsi più a leggere i nostri barocchismi (ma noi siamo sempre quelli di prima, non siamo scrittori o letterati e non abbiamo neppure la fortuna di frequentarli), di “stare sereno” e di rinfrescarsi andando semmai a passeggiare tra i tanti alberi piantati nell’ex Cantarella a bonifica certificata. C’è chi sostiene che in ognuno di noi- per fortuna- c’è un Grillo Parlante (come qualche commento social ci ha definito). Ma quei commentatori permanentemente attivi non dovrebbero avere timore del Grillo Parlante, ma semmai del Gatto e la Volpe, di chi ha ridotto Mondragone alla “città Acchiappa-citrulli” e la politica al “Campo dei miracoli”. P.S.: Non ci occuperemo più degli esecutori materiali, qualsiasi cosa continueranno a dire e a dirci. A noi interessano i mandanti”.
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