Rivolta nel carcere minorile: aggressioni, tentata evasione e condizioni critiche per la Polizia Penitenziaria

Primo piano – Disordini ed ennesima aggressione, sistema allo sbando, agenti insufficienti, strutture inadeguate, organizzazioni del lavoro impossibili e turni massacranti questo lo scenario di una domenica penitenziaria presso la struttura penitenziaria minorile di Bari , dove alcuni giovani adulti prevalentemente barlettiani e campani alla risalita dai passeggi con inaudita violenza hanno sottratto le chiavi delle sezioni 2 e 3 ai rispettivi agenti di servizio mettendo a soqquadro la struttura , inevitabilmente l’azione ha assunto subito toni di preoccupante attività di prevenzione ormai ampiamente superata dalla manifesta violenza posta in essere .

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“Continua il segretario Montesano”, conseguenza dell’azione criminosa e stato allertato tutto il personale e fatto ricorso alle forze di polizia territoriali , tra l’altro nella dinamica dei fatti sarebbe emerso anche un concreto tentativo di evasione non concretizzatosi per la straordinaria professionalità degli uomini e donne della Polizia Penitenziaria dell’I.P.M. di Bari che nonostante le notevoli criticita operative ha messo in campo , con doti e qualita non comuni , tutte le iniziative necessarie per portare ordine all’interno della struttura . Una domenica all’insegna della tensione dove si e registrato anche la vile aggressione a due poliziotti che hanno fatto ricorso al nosocomio cittadino per trauma toracico e ferita lacero contusa all’arcata sopra cigliare con applicazione di 4 punti di sutura, intorno alle 20 tutto e tornato alla normalità. “Conclude Montesano”, Si tratta dell’ennesimo episodio che dimostra per certi versi come sono le condizioni in carcere, e il plesso di Bari e la Regione Puglia non fa eccezione per le condizioni detentive e di lavoro del personale penitenziario, sul territorio nazionale.

lo diciamo e lo ribadiamo: a nostro avviso si stanno sottovalutando da parte governativa il persistere di una pessima gestione delle infrastrutture e del personale da parte dell’amministrazione penitenziaria centrale. La politica finge o ignora queste condizioni che invece sono la principale causa delle proteste e degli episodi gravi che stanno accadendo nelle strutture minorili dal Nord al Sud. Non si possono attuare le misure che il governo e i partiti immaginano di attuare laddove c’è una amministrazione che non agisce prontamente e non garantisce nell’emergenza il personale”.

Appare , altresì , evidente che episodi come questi vanificano il diuturno sacrificio e la straordinaria professionalità di 36.000 donne e uomini del Corpo di polizia penitenziaria che quotidianamente assicurano la sicurezza nelle carceri del Paese e costituiscono al tempo stesso l’ultimo baluardo di umanità nelle frontiere penitenziarie, fino ad oggi inascoltate , devono da subito trovare anche per la per la Giustizia Minorile   un immediato piano di rinnovamento ed iniziative tese a ristabilire per la polizia penitenziaria una condizione lavorativa e di sicurezza al passo con i tempi , pena maggiori e più gravi conseguenze .