Sant’Arpino – Qualcosa si smuove, le carte tornano a parlare. Riprende il cammino per il parco archeologico e si torna ad operare su quello che è stato un sogno per il rilancio economico e culturale dell’area atellana.
Il Parco Archeologico Atellano e l’ex municipio di Atella di Napoli, ritornano al centro dell’agire politico ed amministrativo. Il comune di Sant’Arpino, attraverso i suoi uffici, dopo unintenso lavoro amministrativo e politico compiuto nel corso di questi mesi, è riuscito finalmente l’altro ieri ad inviare alla Regione Campania, la rendicontazione per la richiesta del saldo dei lavori del primo lotto del Museo Archeologico atellano. L’opera complessiva, ricordiamo che venne finanziata per cinque milioni di euro, grazie all’intervento dell’allora governatore Antonio Bassolino per la visita del premio nobel Dario Fo, successivamente venne divisa in due lotti di pari importo.
Il primo comprendeva sistemazione del ex municipio Atella di Napoli in museo archeologico ed il secondo lotto riguardava la realizzazione del parco archeologico ed il restauro del Castellone. Da dodici anni ad oggi, ossia dal 2005 anno di affidamento dei lavori per la realizzazione del parco si sono poi succedute diverse fasi amministrative e contabili che hanno portato ad ulteriori rimodulazioni dei lotti per sopravvenuti imprevisti e varianti in corso d’opera con diversi rallentamenti. Dal 2012 si rendeva necessario una rendicontazione analitica dei lavori ed una rivisitazione del Quadro Economico Riepilogativo delle spese sostenute per avere poi il rimborso delle spese anticipate dall’ente comunale. Finalmente la rendicontazione del primo lotto dei lavori, ha visto la fine.
“Le notevoli difficoltà economiche in cui ci troviamo, hanno portato l’amministrazione comunale a dedicare molta attenzione a questo rimborso regionale – dichiara il primo cittadino Giuseppe Dell’Aversana che detiene anche la delega al bilancio- riuscire a rendicontare i lavori significava introitare una cifra di oltre 500 mila euro vitale per le casse del comune. Per questo abbiamospinto sull’acceleratore senza demordere mai. Ora avremo la possibilità di una cospicua liquidità di cassa, vitale per il bilancio del comune. “Da molti anni andava fatta questa rendicontazione, bloccata per la mole del lavoro da fare, per le numerose ed articolate procedure da eseguire, per la molteplicità di fatture e dei giustificativi di spesa da far quadrare nell’ambito dei canoni dettati dalle norme regionali. Oggi finalmente si è riusciti ad approvare il quadro economico riepilogativo a saldo delle spese sostenute ed far partire la richiesta di 521.856 euro alla regione Campania.
“Abbiamo fatto un intenso lavoro di costante confronto con gli uffici regionali, per fornire tutto ciò che occorreva dal punto di vista amministrativo e contabile per chiudere questa pratica- dichiara soddisfatto l’assessore ai lavori Pubblici Mimmo Iovinella – non era facile portare a compimento tale obiettivo, in quanto la regione ci ha chiesto in modo scientifico una mole enorme di dati suffragati da riscontri. Un lavoro certosino compiuto d’intesa con i nostri uffici. Un obiettivo fondamentale è stato raggiunto” Rimane ora da sistemare la rendicontazione del secondo lotto dei lavori ove la cifra da recuperare è anche maggiore, ma sindaco ed assessore già si sono rimboccati le maniche per procedere insieme agli uffici in quest’altra impresa.
Nel mentre l’amministrazione comunale ha deciso di effettuare un sopralluogo nella mattinata di domani per verificare da vicino direttamente sul posto, insieme anche al direttore degli scavi, lo stato attuale del parco archeologico che da molti anni giace abbandonato per carenza di fondi e per disguidi amministrativi. Nel corso del mese scorso invece sono stati avviati, d’intesa con i comuni di Orta e Succivo, contatti con il polo museale Campano per sottoscrivere un protocollo d’intesa propedeutico ad un finanziamento regionale, nell’ambito dei fondi di rotazione, per la progettazione del recupero a Museo dell’ex municipio Atella di Napoli. Qualcosa si muove sotto il cielo del parco archeologico.