Aversa – Emozione per “Tienimi presente” di Alberto Palmiero premiata come Migliore Opera Prima Migliore opera prima con giudizi più che lusinghieri per l’artista normanno da parte della critica specializzata. Applausi a scena aperta all’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove Tienimi presente, opera prima del giovane regista e attore aversano Alberto Palmiero, è stato presentato in anteprima nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma.
Il film, prodotto da Kavac Film in collaborazione con Rai Cinema, porta la firma di tre produttori d’eccezione,Marco Bellocchio, Simone Gattoni e Gianluca Arcopinto, e arriverà nelle sale la prossima primavera distribuito da Fandango.
Per Palmiero, ventottenne nato e cresciuto ad Aversa, il red carpet romano è stato molto più che un traguardo professionale: è stato un momento di riscatto personale, il coronamento di un percorso umano e artistico nato proprio da una fase di crisi. Tienimi presente nasce infatti da un periodo difficile della sua vita, quando, deluso dal mondo del cinema e dai suoi meccanismi, il regista aveva deciso di tornare a vivere con i genitori, lontano da Roma e dalle illusioni dell’industria audiovisiva.
«È un film nato da una resa, che si è trasformata in una rinascita» — racconta Palmiero — «Avevo smesso di credere che il cinema potesse offrirmi qualcosa, ma proprio rinunciandovi ho scoperto che non potevo farne a meno. Il film è diventato un modo per raccontare, rielaborare e restituire con ironia quel senso di smarrimento che molti della mia generazione conoscono bene».
Tienimi presente segue il percorso di un giovane uomo che, dopo anni trascorsi a Roma nella speranza di realizzare un film, decide di arrendersi. Tornato nella sua città d’origine, ritrova la calma della provincia, gli amici di sempre, la lentezza di una vita senza ambizioni. Ma proprio in quella quiete riaffiorano le domande, i desideri rimossi, le possibilità di ricominciare.
Con uno sguardo dolce e ironico, Palmiero riesce a trasformare un racconto di disillusione in una riflessione luminosa sulla necessità di accettare il proprio percorso, anche quando sembra fallire. Il film si muove tra momenti di introspezione e sprazzi di leggerezza, regalando al pubblico un viaggio nel tempo sospeso della giovinezza, dove la resa può diventare un nuovo inizio.
Un set intimo, un film “artigianale” Girato con una troupe ridotta al minimo — spesso solo il regista e il suo aiuto regista — Tienimi presente è il risultato di una scelta consapevole: quella di preservare un ambiente di lavoro familiare, spontaneo, privo di pressioni. «Volevo che tutti si sentissero liberi di esprimersi — spiega Palmiero — . Il film è stato girato nei luoghi della mia infanzia, con persone che conosco da sempre. C’era un’atmosfera di sincerità, e credo che questo si percepisca anche sullo schermo».
La sceneggiatura è nata come un vero e proprio processo di autoanalisi. «Scrivevo per capire, per dare un senso a ciò che stavo vivendo. Col tempo mi sono accorto che la mia storia poteva parlare anche ad altri: a chi si sente “in ritardo” , a chi ha l’impressione di non essere arrivato dove pensava. È un sentimento molto comune tra chi si avvicina ai trent’anni».Dal Centro Sperimentale di Cinematografia alla Festa del Cinema Classe 1997, Alberto Palmiero ha un percorso poco lineare, come spesso accade agli artisti autentici. Dopo un anno di liceo trascorso a Chicago grazie a una borsa di studio Intercultura, si iscrive alla Facoltà di Informatica dell’Università di Salerno, dove si laurea nel 2018.
Quello stesso anno realizza il suo primo cortometraggio, Saddafà, e viene ammesso come regista al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, una delle scuole più prestigiose d’Europa. Al CSC realizza diversi corti — Il pesce toro, Luntano, Amarena e Menomale — che partecipano a numerosi festival nazionali e internazionali. Ma è con Tienimi presente che trova la sua voce più personale, mescolando esperienza diretta, osservazione e una sensibilità narrativa fuori dal comune.



