Un libro per raccontare i costumi di un’epoca

Campania – Con un interessante lavoro di archeologia etnografica, la scrittrice greca Elisabetta Theotoky Albrizzi, ha ricercato e disseppellito il mondo popolare dell’isola di Corfù.  L’ha fatto rivivere attraverso uno splendido volume dedicato agli abbigliamenti corfioti dal XV al XIX secolo.

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Il volume, recentemente ripubblicato, (ormai alla sua terza edizione) segna una tappa fondamentale per la conoscenza dei costumi popolari dell’isola di Corfù, di Paxos e di quelle vicine. 

L’Autrice, la cui famiglia si trasferì in Grecia da Istanbul, fin dalla giovane età ha ricercato testimonianze nei miti e nella storia, facendo rivivere Nausica e gli splendori della Repubblica Veneziana, il dominio francese e le influenze italiane. Attraverso il Kerkyraicon Chorodrama, l’ha rappresentato nei costumi, nei gioielli, nelle canzoni, nelle musiche e nelle danze. 

Nel corso degli anni, Elisabetta Theotoky  ha raccolto una preziosa collezione di abiti e di ornamenti della “sua” isola, senza la quale è impossibile per un ricercatore ricostruire la storia e raccontare dell’economia e del mondo popolare ellenico.

Oggi, parte dell’inestimabile collezione è custodita nel Museo Storico di Atene e molti pezzi esposti sono fedelmente riportati nel volume, attraverso una ricerca durata oltre cinquant’anni.  Il libro si apre partendo dalle città e dalle diverse mode di vestirsi e di ornarsi. 

Bizantini, turchi, francesi, russi, inglesi, veneziani, sono i popoli che entrarono in contatto con l’isola di Corfù. Questi scambi culturali, hanno inevitabilmente influenzato abitudini ed abbigliamenti. Ciò trova testimonianze e conferme nella riproduzione di pale d’altare, miniature, tele, ex voti, ritratti  e finanche in qualche rara fotografia d’inizio Novecento.

L’Autrice non si ferma solo alla ricerca degli abiti, ma approfondisce e arricchisce la collezione con gioielli, ventagli, tessuti e sete rare. Non manca, poi, di descrivere mantelle e vestimenti per bambini e capi di biancheria intima per signore.

Alcuni abiti facenti parte della sua raccolta, sono rappresentati in dipinti del XVII e XVIII secolo come quello contenuto nel Monastero della Madonna di Lambovitissa, dedicato alle Storie della vita di Sant’Alessio. Altri, invece, sono raffigurati in pale d’altare di origine bizantina ed in tele, alcune delle quali, purtroppo, andate perdute.

Una ricca bibliografia, impreziosisce la ricerca e fa di questo volume una testimonianza unica ed insostituibile per chiunque voglia capire a pieno la storia, il gusto e le mode che si sono susseguite nel corso degli anni nell’isola di Corfù.  I vestimenti e i gioielli raffigurati nelle opere pittoriche degli artisti nel corso delle varie epoche, ci hanno fatto capire da sempre gli usi, i costumi e le tradizioni dei popoli. 

Una tessera importante di quella memoria da custodire e trasmettere alle nuove generazioni, senza la quale mancherebbe al grande mosaico della Storia, una parte significativa.  La stessa Autrice, fu ritratta in un dipinto da Elisabeth Vigée Le Brun nel 1792, in un bellissimo abito rosso e in vari disegni dal geniale Antonio Canova, il più grande scultore del Neoclassicismo Italiano.