Aversa – “La sentenza odierna segna una rivoluzione sulla responsabilità dei dirigenti degli enti sulla responsabilità della manutenzione delle strade locali”. A parlare è l’avvocato Walter Rapattoni del Foro di Pescara, rappresentante della madre della vittima, del fratello e delle associazioni costituite parte civile, a margine della lettura del dispositivo pronunciata dal giudice Monocratico, Dott.ssa Alessandra Farina, del Tribunale di Napoli Nord, sezione Penale. Nello specifico, è stato condannato per il reato di omicidio colposo, I comma, l’ingegnere responsabile del settore del comune di Villaricca nel 2015 relativamente al sinistro avvenuto il 18 ottobre 2015 in cui perse la vita, a seguito di una caduta per il cattivo manto stradale e l’assenza di segnaletica orizzontale, il giovane Alessandro Selvaggio alla guida del suo scooter 50 vespa impegnato nelle consegne delle pizze.
“La condanna di 1 anno e quattro mesi, con pena sospesa, rappresenta un risultato importante per dare giustizia a chi si è trovato vittima di sinistri, anche molto gravi (mortali) per la circolazione in strade piene di buche e malridotte – afferma Rapattoni -. In solido risponde anche il comune di Villaricca, quale responsabile civile. È stato un processo tortuoso che mi ha dato molte soddisfazioni anche professionali per l’esito odierno, considerando il momento in cui sono stato coinvolto dalle associazioni in una fase in cui il processo penale aveva già iniziato il suo iter giudiziario. Sono felice anche umanamente per essere riuscito a dare un piccolo sollievo alla madre del ragazzo ed al fratello arrivando alla sentenza di oggi”.
Ad occuparsi della consulenza tecnica della parte delle infrastrutture ed ambiente stradale è stato l’architetto Giuseppe Di Giampietro, già docente del Politecnico di Milano e del centro di ricerca Webstrade.it: “L’incidente stradale è causato a tra fattori fondamentali, ovvero guidatore, veicolo ed ambiente stradale. Sino ad ora è stata ritenuta prioritaria la responsabilità del guidatore, considerato principale responsabile dell’incidente (quasi esclusivo). Visto il miglioramento delle condizioni tecnologiche dei veicoli, il terzo fattore sta diventando sempre più importante nella ricerca delle cause dell’incidente. Una strada deve essere Self Explaining, Self Enforcing, ovvero deve essere autoesplicante ed imporre le regole del comportamento e salvaguardare anche dall’errore. Dunque, lavorare sulla prevenzione significa anche lavorare sulle caratteristiche dell’ambiente stradale, come dichiarato dall’articolo 14 del codice della Strada, il quale attribuisce all’Ente proprietario della strada la responsabilità della fluidità della circolazione e della sicurezza stradale”.
Nelle vesti di parte civile, era presente Elena Ronzullo, presidente dell’A.M.C.V.S. Odv (Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada Odv): “La nostra presenza proviene dal cuore, per essere vicini alla mamma della vittima, Carolina Elia, come facciamo da 5 anni a questa parte. Sono state ore di suspance fino alle 18, quando la giudice ha letto la sentenza. In quel momento io e la mamma di Alessandro Selvaggio, siamo scoppiate in un pianto liberatorio. Il nostro ruolo ci porta a sostenere le famiglie ed a dare giustizia a chi non ha più voce”.
Biagio Ciaramella, vice presidente A.I.F.V.S. ODV (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Odv), commenta: “Siamo stati in contatto con la mamma ed il fratello di Alessandro Selvaggio sin dai mesi successivi alla tragedia e quando abbiamo saputo della mancata condanna dell’ex datore di lavoro di Alessandro Selvaggio, ci siamo subito messi a disposizione, cercando una strada da percorrere per giungere a questo risultato. Al comune di Villaricca abbiamo inviato una richiesta per ottenere un incontro con il commissario, esprimendo la nostra preoccupazione per le condizioni della strada. E’ stato il nostro attivismo a portare al rifacimento parziale del manto stradale? La nostra strategia ha mirato, sin da subito, a trovare le concause che hanno portato alla morte della vittima. E’ una linea consapevole delle nostre associazioni che tende a porre l’accento sulle inottemperanze degli Enti preposti. Ci troviamo nei banchi degli imputati i dirigenti dell’area manutenzione stradale, ovvero chi pone delle firme su documenti ufficiali, piuttosto che gli amministratori. E’ da qui che ci chiediamo ancor di più come vengono investiti i fondi derivanti dall’articolo 208, ovvero i soldi incassati per le multe che devono essere riversati sulla sicurezza stradale per la grande maggioranza”.