Arrestato impiegato comunale per truffa aggravata

Maddaloni  – Nel corso della mattina odierna, i Carabinieri del Comando Stazione di Maddaloni, su disposizione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di: 1) D. F. M.- funzionario addetto all’Ufficio tecnico del Comune di Maddaloni – attinto dalla misura cautelare della ciistodia in carcere: 2) P. M. – libero professionista – attinto dalla misura cautelare del divieto dì dimora nel comune di Maddaloni.

Le indagini dirette dalla Procura hanno consentito di accertare che D. F. M. e P. M. hanno – ciascuno attraverso modalità di condotta differenziate e funzionali rispetto al raggiungimento degli obiettivi dagli stessi perseguiti – concorso a realizzare ipotesi delittuose riconducibili nell’ambito delle fattispecie incriminatrici dell’induzione indebita a dare o promettere utilità (ari, 319 quater c.p.) – nella forma consumata e tentata – e della truffa aggravata (ari. 640 comma II c.p,). In particolare, il predetto funzionario pubblico, con la complicità del summenzionato libero professionista e di altre persone – nei cui confronti sono tuttora in corso attività d’indagine – ha elaborato un articolato sistema criminale, avente come irrimediabile effetto la mercificazione della cosa pubblica, amministrata e gestita nell’esclusivo interesse economico dei sodali e, dunque, in totale spregio dei principi costituzionali di imparzialità, trasparenza e buona amministrazione. Infatti, il D. F., nella sua qualità di responsabile dell’ufficio condoni del comune di Maddaloni – attraverso l’intermediazione del Geom. P. M. e di altri liberi professionisti deputati alla cura delle pratiche volte al rilascio del c.d, permesso di costruire in sanatoria ex legge 47/1985 – abusando chiaramente della sua autorità e dei suoi poteri, ha indotto o tentato di indurre alcuni cittadini maddalonesi a consegnargli un’indebita somma di denaro – a titolo di tangente – necessaria al fine di conseguire, attraverso un elaborato e collaudato sistema criminale, una sostanziosa decurtazione del quantum debeatur per il perfezionamento dell’iter procedimentale finalizzato all’ottenimento del c.d. condono edilizio. Il predetto sistema illecito, escogitato dal D. F., si sostanzia nell’utilizzo di falsi bollettini di conto corrente postale già validati e relativi agli anni 1986-1987, sui quali, il cittadino interessato ad ottenere la riduzione o l’azzeramento del debito con il comune – dopo aver consegnato al funzionario pubblico una somma di denaro quale indebito corrispettivo dell’interessamento – avrebbe dovuto soltanto indicare un importo di denaro in lire; importo che poi sarebbe stato effettivamente decurtato dalla somma complessiva dovuta, attraverso l’inserimento del bollettino stesso – da parte del funzionario corrotto – nell’incartamento relativo alla pratica concernente la richiesta di sanatoria edilizia, in modo tale da far risultare che il pagamento degli oneri concessori, delle sanzioni e del conguaglio dovuto a titolo di oblazione, fosse già stato effettuato nel 1986 o nel 1987.

Il procedimento penale ha avuto origine dalle propalazioni accusatorie di L. O., il quale – destinatario della proposta illecita consistente nell’ottenimento di una decurtazione significativa della somma dallo stesso dovuta per il conseguimento del c.d. condono edilizio a fronte della corresponsione di una tangente di ammontare pari ad € 5000 – ha categoricamente rifiutato l’offerta e ha tempestivamente denunciato i fatti ai Carabinieri di Maddaloni, L’O., tra l’altro, di sua iniziativa, ha consegnato alla P.G. operante alcune registrazioni, da lui effettuate, inerenti le conversazioni intrattenute con il geometra P. M., libero professionista incaricato dallo stesso denunciante per la cura della pratica di permesso di costruire in sanatoria ex L. 47/85 nr, 2206, relativa all’opera abusiva realizzata in Maddaloni, alla Via G.B. Vico. Da tali registrazioni, così come dagli ulteriori elementi raccolti nel corso dell’attività investigativa, emerge inequivocabilmente il pieno coinvolgimento del libero professionista nell’elaborazione e nell’esecuzione della condotta criminale. A seguito della denuncia di O. L., le attività investigative hanno portato all’individuazione di ulteriori condotte delittuose perpetrate attraverso le medesime modalità e concernenti le pratiche relative alle richieste di permesso di costruire in sanatoria ex L. 47/85 presentate nell’interesse di l. R. e D. V. C., i quali hanno consegnato al D. F., rispettivamente, somme di denaro pari ad € 500 e ad € 1300. L’impianto indiziario, integrante i presupposti cautelari, è stato edificato attraverso elaborate attività investigative di natura intercettiva, nonché mediante l’effettuazione di consulenze tecnico/contabili, il tutto avvallato, poi, dalle dichiarazioni rese da alcune persone informate sui fatti, dall’interrogatorio del P. e di ulteriori indagati e da perquisizioni e sequestri di documentazione all’interno degli uffici comunali e degli studi dei liberi professionisti interessati.

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