Assessore Santangelo: “ Ho alcune cose da puntualizzare”

Napoli – In merito alle dichiarazioni del Consigliere Cobianchi sulla linea sostenuta dallo scrivente in sede di conferenza dei servizi per la dismissione della cava Luserta ritengo opportuno esprimere alcune puntualizzazioni.

In sede di CdS, l’attività da me svolta è sempre stata rivolta alla tutela degli interessi dell’intera collettività casertana ed è del tutto coerente con gli indirizzi e le prescrizioni del Consiglio Comunale. Non vorrei innescare ulteriori sterili polemiche, non è nel mio costume, ma pur condividendone la finalità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente non apprezzo la forma e il contenuto di quanto sostenuto dal Consigliere Cobianchi. Rammento che la Città di Caserta ha più volte, e in più occasioni, espresso con chiarezza la ferma posizione contraria al prosieguo delle attività estrattive che hanno arrecato una ferita indelebile nel nostro territorio. Da ultimo, il Consiglio Comunale, con la propria recente delibera n.73 del 18/09/2014, ribadendo tale principio, ha delineato la linea d’azione da assumere in relazione ai programmi di dismissione delle cave che insistono sul territorio del Comune. Questa delibera, votata all’unanimità, è il documento ufficiale che esprime la reale volontà dell’intero Consiglio Comunale di Caserta, della minoranza e dell’opposizione, ivi compresa quella del consigliere Cobianchi che ne è stato tra i promotori. Le proposte e le affermazioni riportate dal Consigliere Cobianchi non sono l’espressione di un consesso o della collettività e, oltretutto, appaiono anche poco sostenibili in relazione agli aspetti amministrativi e politici. In primo luogo sul tema dell’istituzione del Parco Urbano dei Colli Tifatini.

Il Parco è certamente un’occasione imprescindibile per la tutela del nostro territorio, tuttavia, proprio per l’importanza dell’argomento, ed al pari di quanto espresso dal Consiglio Comunale, non posso ravvisare che il documento presentato dal Consigliere Cobianchi sia da considerarsi una proposta concreta e perseguibile per l’istituzione del Parco. Ciò perché il progetto per l’istituzione del Parco è frutto di un determinato percorso costitutivo che, attraverso analisi puntuali ed oggettive, definisce le esigenze e determina gli obiettivi da raggiungere ma, soprattutto, perché la proposta d’istituzione del Parco non può e non deve essere il pretesto d’emergenza, assunto per motivare, in generale, il provvedimento restrittivo nei confronti di attività generanti inquinamento ambientale. Le restrizioni che il Comune intende imporre non possono derivare da provvedimenti collaterali indirettamente assunti a tale scopo, esse devono essere espresse e devono seguire un corretto procedimento. Non può, parimenti, assumersi immotivatamente un diniego di un atto di amministrazione, previsto dalla legge, se privo di motivazione legittima. Di ciò era chiaramente consapevole l’intero Consiglio Comunale, come si rileva dalla richiamata delibera n.73, ove nel chiarire che il Comune di Caserta deve “massimizzare la tutela della salute pubblica” non sostiene affatto che, al fine di impedire la dismissione delle cave, si debba negare l’autorizzazione per l’attività d’industria insalubre. Anzi è esplicitato che “… l’Ente deve dotarsi della collaborazione delle Università ai fini dell’emanazione del decreto di classificazione di industria insalubre di I° classe”. Questo è il mandato del Consiglio, mentre la posiziona espressa da Cobianchi nella conferenza dei capigruppo, diretta a negare l’autorizzazione all’esercizio d’industria insalubre senza addurre concrete giustificazioni, rappresenta invece una volontà parziale che, certamente non prevalente su quella dell’intero Consiglio, risulta unilaterale, in contrasto con la volontà del Consiglio stesso ed espone il Comune di Caserta al rischio di potenziali richieste risarcitorie. Ed infatti, il rilascio (o il diniego) del provvedimento autorizzativo deriva dall’applicazione di norme e criteri ben precisi e non è rimesso alla semplice scelta e/o volontà dell’amministrazione la cui discrezionalità può essere esplicitata solo in termini di limitazioni rivolte a garantire maggior tutela per la salute pubblica. Tale principio, consolidatosi nella giurisprudenza dominante, lascia ben comprendere che un diniego privo di concreta ed oggettiva motivazione costituirebbe evidente ed indiscutibile illegittimità amministrativa.

La circostanza è stata palesemente evidenziata in più occasioni ed è stata ribadita anche durante l’ultima Conferenza dei Capigruppo chiedendo a tutti i Consiglieri presenti di fornire precisi elementi per sostenere un diniego con argomentazioni di contenuto e non solo di posizione. Nessuna indicazione o suggerimento è pervenuto. Non ritengo utile allo scopo neanche l’affermazione circa la eventuale illegittimità/illegalità delle attività dei Luserta, espressa dal solo consigliere Cobianchi e non già dall’intera Conferenza dei Capigruppo, posto che non è nei miei compiti nè nelle mie competenze valutare la legittimità o addirittura la legalità delle precedenti attività della ditta Luserta e ciò soprattutto alla luce della considerazione che le attività della cava Luserta, interrotte fin dal 2006, sono state fatte oggetto di precipui procedimenti giudiziari dai quali non mi risulta che siano emerse la sostenute illegalità. Un ultimo chiarimento sulla questione della mancata presenza in CdS del Consigliere Cobianchi il quale, tra l’altro invitato proprio dal sottoscritto, prescindendo da qualsiasi delega dell’Amministrazione, avrebbe potuto offrire il suo contributo, al pari di qualsiasi soggetto portatore d’interessi, intervenendo direttamente in detta occasione. Se non ha ritenuto di presenziare non può certamente assegnare la responsabilità delle sue scelte ad altri.

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