Aversa, Elena Golia presenta il suo libro su Don Giuseppe Tomaselli

Aversa – Elena Golia è una scrittrice religiosa ispirata da Padre Pio che ha iniziato la sua attività letteraria con la composizione di una preghiera ‘Ad Personam’ per Papa Giovanni II, per poi passare alla pubblicazione di poesie e di articoli vari sia sulla rivista ‘La casa di sollievo della sofferenza’, sia sul mensile ‘La voce di Padre Pio’.

Nel 2010 racchiude e sviluppa la sua produzione letteraria nel libro ‘La mia vita all’ombra di Padre Pio’, per poi successivamente pubblicare ‘Il più bel credo’ e con ‘Con Maria sulla strada che porta a Dio’, testo per cui l’autrice partecipa ed è premiata al secondo premio letterario nazionale ‘Padre Pio, esempio di fede e santità del nostro tempo’. L’autrice ha partecipato anche al terzo premio d’onore letterario nazionale il 20 maggio 2018 da parte del comune di Salerno e presso il rispettivo Duomo, presentando alcuni stralci del presente libro “Don Giuseppe Tomaselli, servo di Don Bosco” , testo in corso di pubblicazione e allusione diretta all’ erede spirituale di Padre Pio di Pietralcina. Questo libro nasce da una richiesta fatta ad Elena Golia da Cesare Pontorno, promotore e presidente del comitato ‘amici di Don Tommaselli’, in vista dell’avvio della causa di beatificazione del sacerdote salesiano don Giuseppe Tomaselli. L’autrice, dopo un’intervista a Cesare Pontorno, passa in rassegna l’autobiografia di questo sacerdote, e due sue biografie scritte rispettivamente da Don Santo Di Guardi e Archimede Luliri. Mette così in evidenze i tre aspetti della personalità di don Giuseppe Tomaselli, definito ‘grande mistico, grande guaritore e grande esorcista’. Definito anche sacerdote della gente comune, che egli amava incontrare per trasmettere a tutti la sua parola e rispondere agli interrogativi dell’uomo. Sacerdote che in vita ricevette da Dio i principali doni mistici, in particolare quello della guarigione, esercitato attraverso il fluido mistico che gli fu trasmesso da Padre Pio e che, recandosi a San Giovanni Rotondo nella casa sollievo della sofferenza pochi mesi dopo la morte di Padre Pio, irradiò su Elena Golia, ottenendole la guarigione dei postumi di una preoccupante malattia. Esercitò l’attività della ‘buona stampa’ scrivendo libretti caratterizzati da uno stile semplice e popolare, che diffuse sia in Italia che all’estero. Fu direttore spirituale di importanti anime mistiche a lui contemporanee. Fu servo fedelissimo di Don Bosco, attivando gli ideali salesiani nel modo migliore, con la massima dedizione, onorando ed esercitando tutte le virtù cristiane. Su richiesta di un frate cappuccino di San Giovanni Rotondo, scrisse il libretto ‘Storia di un frate’, che fu una delle prime biografie di Padre Pio, ancora vivente. Pubblicò anche i ‘due messaggi di Padre Pio ad un’anima’. Testi che l’autrice passa in rassegna, ponendo a confronto Padre Pio e Don Giuseppe Tomaselli, figure eminenti che hanno caratterizzato con la loro presenza gran parte dell’identità religiosa del secolo scorso. Il libro si conclude con la testimonianza personale dell’autrice, il commento di una videocassetta amatoriale che riprende i momenti ‘essenziali’ della vita di Don Giuseppe e con un’intervista ad Aurora Tomasello, pronipote di Don Giuseppe Tomaselli. Dunque, un libro dedicato a tutto il genere umano schiacciato dal decadimento dei costumi morali affinchè ciascuno inverta la sua marcia e si ritrovi tra le braccia luminose del comune redentore. I testi della Golia appaiono inizialmente come lontani da quelle che sono le ambiziose necessità giovanili ma, in realtà, serbano minuziose pietre miliari di moniti risorgenti per un’umanità nuova. La mitezza, l’incisività dell’azione, la grazia divina, sono le chicche salienti per un mondo nuovo. Rispondere all’insulto con un sorriso, coltivare il significato del silenzio, cambiare il genere umano con l’atteggiamento della pazienza. Trasformare il mondo con il semplice ‘ bene’, quel sentimento austero che trafigge ogni superfice e che nasce e muore trasparente, per un’innata essenza di spiritualità che trasforma le persone da bestie in re e regine.

Cesare Pontorno ci racconta l’opera evangelizzatrice di Don Tomaselli come parroco, vice-parroco, nell’oratorio con i ragazzi, negli incontri con i malati ed i fedeli nelle varie città, la moltiplicazione del denaro e del cibo. Perché Don Tomaselli Santo? Per il senso del divino che si è percepito in lui. Tra il diffondere dei messaggi benefici, c’è da menzionare il messaggio della Madonna dei Raggi che Don Tomaselli fece diffondere per redimere e salvare l’umanità. La preghiera rimane sempre un’arma potente contro le insidie diaboliche con le quali non bisogna mai mettersi in rapporto. Caratteristiche in comune tra Don Tomaselli e Padre Pio? Il carisma del profumo, l’anello mistico, il dono della lacrima, la capacità di vedere davanti a sé assenti lontani. Di suggestivo interesse l’intervista che Elena Golia ha effettuato ad Aurora Tomasello, pronipote di Don Giuseppe Tomaselli il cui cognome fu così riportato per un errore anagrafico. A coronamento dell’intervista alla Tomaselli, possiamo riportare alcune delle sue più toccanti riflessioni “……Gentile Elena, quando mi sono seduta a scrivere è stato come un fiume in piena….. Questa non è opera mia, ma il frutto di ciò che a Don Tomaselli è permesso da nostro Signore. Sia tutta la tua opera benedetta da Dio e guidata dalla mano di mio zio Don Giuseppe Tomaselli”. In perfetta sintonia, la Golia risponde a giusto tocco all’incisivo e religioso auspicio, passando dall’individuale a quella che è un’esortazione universale: “Allo stesso modo anche a tutti i nostri lettori auguriamo di essere trasportati da questo ‘fiume in piena’ fino all’oceano dell’Infinito Amore di Dio.” Una testimonianza di ideali e di propositi che supera i confini richiesti e che si prefigge di guardare al di là del tempo e dei confini, con l’obiettivo di diffondere l’impossibile degli esseri straordinari che trascorrono il loro infinito tempo nell’esercitazione inenarrabile di tutto ciò che è visibile e plausibile. Uno scrivere assolutamente non inutile, sicuramente frutto di una stanchezza esistenziale che trova una inesauribile via di uscita nella religiosità, ma soprattutto la traccia di cammini ardui che hanno riscontrato nel sacrificio e nella pena una loro assoluta ancora di salvezza. Spine inflitte ovunque, persecuzioni senza limite, anime martirizzate, tutto con la finalità di credere nell’idea dell’infinito assoluto che depone le sue anime alla ricerca di via di trasmissione ultraterrena che travalica tutti i cuori e scende lì dove si possono raccogliere frutti. Un enorme desiderio di riscatto caratterizzerà l’umanità in delirio, forse un’umanità dedicata all’imperfezione totale che vede nella rinascita e nel rifacimento personale una valvola di sfogo completa. Sicuramente l’obiettività farà in modo che tutto si possa cogliere con i migliori auspici ma, ovviamente, l’essere purificante e modellante dovrà rifarsi mediante un agire diverso e sostanziale, volto solo ed unicamente ad una Perfezione totale, quella di Dio, quella a cui Elena Golia aspira nei suoi momenti di ascesi spirituale.

Leggendo del Tomaselli tramite la Golia potremo altresì individuare come giungere ad essere servi divini ed eredi spirituali, per poter continuare a sorridere alla vita, nonostante a volte sembri inaccettabilmente assurda. Rifacendoci alle parole di San Tommaso: “Solo se toccherò il costato potrò crederci”, sforziamoci di risalire la china intramontabile della vita e osiamo!!!!!

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