Carceri, ancora un aggressione a  Taranto

Primo Piano – La denuncia e’ dell’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Aggiunto Pasquale Montesano, che aggiunge: “nei giorni scorsi tra celle incendiate e aggressione ad un assistente di Polizia Penitenziaria e successiva ulteriore aggressione a danno di un ispettore , nella giornata  del 5 agosto  sempre lo stesso   detenuto di origini napoletana già autore di episodi pregressi, senza alcun motivo all’atto del rientro  in cella  del reparto osservazione  poneva in essere aggressione contro il personale di P. P..un ispettore e due assistenti che hanno dovuto far ricorso a cure ed assistenza presso il nosocomio cittadino dove gli venivano diagnosticato , rispettivamente , giorni sette e cinque  di cure salvo complicazioni .

“La situazione di Taranto   – prosegue il sindacalista dell’O.S.A.P.P.- torna alla ribalta ancora  per un fatto di estrema gravita verificatesi, l’Escalation   degli eventi critici  pone inequivocabili dubbi sulla funzionalità dell’attuale sistema penitenziario Italiano , l’evento di Taranto evidenzia ancora una volta il dramma del superamento Ospedali Psichiatrici Giudiziari  che rafforza ancor di più la convinzione di un amministrazione penitenziaria nel totale caos e disorganizzazione che sta generando  forti rischi e pericolo iu un sistema sull’orlo del precipizio, Polizia Penitenziaria rimaneggiata negli organici e in tutto cio che la circonda e sempre presente nonostante tutto con senso di responsabilità e attaccamento al dovere non comune .

 “La drammatica situazione delle carceri pugliesi   risulta chiara e gli episodi in danno dei Poliziotti Penitenziari si ripetono con sempre maggiori frequenza e gravità a fronte di una sostanziale assenza di iniziative a tutela del personale di Polizia Penitenziaria, come è noto, da parte dell’Amministrazione Penitenziaria Centrale e a questo punto anche da parte delle nuove Autorità dipartimentali  che seppure insediate da poco hanno ormai in mano tutti i dati per assumere concrete determinazioni e rinnovamento di un sistema che ormai e allo sfascio totale –

Continua Il sindacalista “Montesano”,  “Se il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede continua a esprimere vicinanza e gratitudine alla Polizia penitenziaria, fornendo peraltro numeri parziali che non tengono conto del gravissimo fabbisogno degli organici, senza condurre azioni concrete che risollevino il Corpo e il sistema penitenziario  dalla palude in cui sono stati cacciati da lui e dai suoi predecessori, sappia che la Polizia penitenziaria non sarà affatto grata a lui , ancora più grave lasciare ancora la Polizia penitenziaria abbandonata a se stessa in mezzo ad aggressioni, rivolte e, talvolta, persino esposta al fuoco amico 

E’ indubbio che occorra oggi considerare da parte del governo e del Ministro della Giustizia la necessità di una nuova e più efficiente amministrazione penitenziaria che oltre a dare certezza alla detenzione costruisca un carcere rivolto alle esigenze di sicurezza della collettività e non solo dei detenuti come oggi avviene e che tenga, finalmente in considerazione, le condizioni di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria anche ponendo fine ai gravi e impuniti errori della attuale e pluriennale gestione.”

“”Conclude Montesano”” episodi   al pari di altri in questi ultimi mesi in danno dei poliziotti penitenziari e delle strutture penitenziarie Pugliesi costituisce un evidente segnale anche del salto di qualità che le organizzazioni criminali continuano ad adottare , e la polizia Penitenziaria che, pressoché abbandonato a se stessa, gestisce la precaria sicurezza delle carceri e garantisce all’interno delle stesse il rispetto della legalità e la tutela degli interessi della  collettività nazionale , mentre tutti gli eletti dal Popolo che formano l’attuale governo poco hanno fatto se non peggiorate le gravissime carenze che da troppo tempo attanagliano il sistema penitenziario e alla sicurezza pubblica perche il carcere oltre a rieducare e baluardo di sicurezza per il popolo .

 

 

 

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