Cesa, il gruppo di opposizione: “25mila euro dati alla Chiesa non ci convince l’iter seguito”

Cesa – Il gruppo di opposizione Uniti per Cesa: “Contributi alla Chiesa. Non ci convince l’iter seguito e riteniamo che le priorità siano altre”

Abbiamo atteso il tempo necessario a fare tutti i passaggi dovuti, prima di dire la nostra sulla questione dei soldi (25mila euro) dati dal Comune alla Chiesa, oggetto di dibattito e polemiche nel paese.

Abbiamo aspettato con serietà e coscienza di ricevere la documentazione richiesta con istanza regolarmente protocollata il 12 gennaio, per poter avere un quadro ancora più chiaro, con gli atti e con le “carte”, non con le chiacchiere da marciapiede.

Non ci siamo mai sottratti al nostro dovere. E non abbiamo intenzione di iniziare proprio adesso.

Trattandosi di un contributo con fondi pubblici e non di una elargizione privata, la pratica andava istruita dall’ufficio tecnico e doveva essere corredata da un computo metrico non anonimo, con una chiara analisi dei prezzi, e dalle autorizzazioni previste per legge.

Una volta verificato tutto questo, la delibera di giunta avrebbe dovuto stabilire il contributo da erogare impegnando la somma e subordinare ad una fase successiva alla effettuazione dei lavori la determina con la effettiva erogazione della somma.

La determina stilata appare priva di senso ai nostri occhi e risulta palesemente contraddittoria.

Da un lato liquida il contributo e dall’altro lo rimanda alla effettiva esecuzione e rendicontazione dei lavori. In tutto questo si nota la totale assenza nel procedimento dell’ufficio tecnico, la struttura amministrativa competente.

Passando poi all’aspetto politico della questione, diciamo senza mezzi termini che quella somma (di soldi dei cittadini) poteva essere destinata alle attività che sono alla canna del gas per effetto delle chiusure disposte da Governo, Regione e Comune.

Padri, madri e figli soffocano lentamente nell’angoscia in attesa di uno spiraglio di luce che ancora non si vede.

La già fragile economia del nostro paese è a pezzi. Tante famiglie non sanno più dove sbattere la testa per aggiungere la cena al pranzo. A nostro avviso dovrebbero essere loro la priorità.”

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