Coronavirus, Nappi: “Basta iva sulla ricerca”

Primo Piano – “Ieri c’è stata una gara tra i membri di governo a celebrare la ricerca italiana per aver isolato il coronavirus. Ma la ricerca va aiutata tutti i giorni, non solo quando approda alle prime pagine dei giornali.

E invece continua la discesa degli investimenti pubblici, ormai ridotti di oltre il 40% rispetto a 20 anni fa, con uno striminzito 1% che ci relega agli ultimi posti tra i Paesi industrializzati. Noi chiediamo al Governo di agire invece di parlare e, come primo atto, proponiamo di introdurre l’esenzione dall’IVA sulle forniture di reagenti e apparecchiature per la ricerca effettuata senza finalità di lucro, a partire dal settore biomedico.

Su questo tipo di forniture non si applica l’IVA per esempio in Inghilterra e Svezia; in Germania sono esentati gli istituti di ricerca federali; in Spagna è previsto un meccanismo che restituisce a fine anno l’imposta versata; in Svizzera l’imposta è pari a solo il 7%. Questa scelta permetterebbe di liberare in Italia oltre 150 milioni per i nostri ricercatori”.

Così in una nota inviata alla nostra redazione, Severino Nappi, Il Nostro Posto.

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