Eboli, le aree interne e le periferie abbandonate

Eboli – Basta allontanarsi di pochi chilometri dal centro cittadino, e ti sembra di trovarti catapultato in una periferia qualunque dell’Africa, senza servizi e sottoservizi, strade colabrodo, con l’assenza totale delle istituzioni cittadine, ma in realtà ti trovi in Italia, in una zona a vocazione agricola, famosa per la produzione della 4 gamma.

In quest’area le aziende non solo devono lottare per stare al passo con la concorrenza, ma devono affrontare, ogni giorni, le difficoltà di raggiungere, con i propri camion, l’autostrada e i grandi centri di distribuzione, per vendere i loro prodotti. 

Ne parliamo con il Presidente della Pro Loco Città di EBOLI “Don Donato Paesano”, Raffaele Caputo, che ha accolto il loro sfogo.

Presidente, secondo lei, cosa bisogna fare per andare incontro alle aspettative delle aziende agricole e degli abitanti delle aree periferiche del territorio ebolitano? 

Credo bisogna individuare e seguire un piano di recupero delle aree interne esteso anche alle aree periferiche delle città, puntando ad “Una sfida per il Recovery Plan e oltre: le ZES come leva per lo sviluppo del Mezzogiorno. Perché le periferie tutte come le aree interne sono in molti casi il cuore pulsante dell’economia locale. 

Quali aziende agricole sono presenti in quest’area? 

Da qui si muove un’economia che parte dal seme, perché ci sono vivai di eccellenza nazionale, che producono piantine da frutto e ortaggi, che vendono non solo nel mercato italiano e europeo, ma anche nelle aziende del territorio, che a loro volta producono frutti e ortaggi biologici esportati in Europa. Vi sono inoltre allevamenti bufalini, che forniscono il latte ai caseifici del territorio, trasformandolo in eccellente mozzarella di bufala campana. 

Cosa ne pensa della situazione delle strade nelle periferie di Eboli?

Ed è doloroso scoprire che a volte queste aziende hanno difficoltà di far recapitare integro il loro prodotto nei mercati per via del manto stradale disastrato. Mi perdoni il gioco di parole se l’esempio è crudele, ma siamo un po’ come i paesi sottosviluppati, le aziende danno le loro ricchezze per non ricevere mai nulla. Per i residenti è diventato difficile pure uscire di casa, i problemi sono vari, i principali sono: nessuna illuminazione, scarsissimi trasporti pubblici per collegare le periferie con il centro, il manto stradale dissestato e nessun luogo di aggregazione giovanile.

Speriamo che questo appello dei cittadini, e delle aziende agricole, non cadi nel vuoto, che le istituzioni del territorio, ognuna per la propria parte, si attivino per risolvere i problemi che affliggono le periferie contadine, tanto care a Pierpaolo Pasolini.

Raffaele Agresti

 

 

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