Mercato ortofrutticolo, si punta alla rinascita

Sant’Anastasia – Il futuro del mercato ortofrutticolo è affidato ai concessionari ed ai loro figli, che con entusiasmo hanno acquistato l’area credendo nella possibilità di rilanciarlo grazie alla centenaria commercializzazione dei prodotti locali, come albicocche, pomodori, uva e verdure, che per la loro bontà e qualità sono richiesti specialmente al nord Italia.

Questa, che sia il sindaco Lello Abete, sia il consigliere comunale Mario Trimarco hanno definito in conferenza stampa di stamane un fatto storico, è la conclusione di un annoso problema la cui risoluzione, che sembrava esclusivamente portare alla chiusura del mercato, attualmente apre la strada a tante possibilità di sviluppo.

Ed i mercatali, in segno di ringraziamento, hanno consegnato al consigliere ed al sindaco una targa in rame.

“Sono orgoglioso e soddisfatto per il lavoro svolto dal consigliere Mario Trimarco, col quale vi è stata piena sinergia. Da oggi – afferma il sindaco Lello Abete – possiamo dire di aver messo un punto fermo al passato, tutelato famiglie, posti di lavoro e prodotti della nostra agricoltura, aprendo una strada nuova e definitiva per il mercato ortofrutticolo, vanto antico del paese, che potrà riaffermarsi e svilupparsi con tutto il supporto che, come Amministrazione, saremo capaci di dare anche in termini di riduzione della pressione fiscale”.

Riportiamo, di seguito, la relazione e la dichiarazione in merito fatta dal consigliere comunale Mario Trimarco:

“Tutto nasce – nel periodo dal 16.04.73 al 20.04.1974 – con l’accettazione del comodato d’uso da parte dell’allora sindaco del terreno di proprietà dei sig. Maddaloni e Jodice per destinarlo a mercato ortofrutticolo. Da quel momento svanisce di fatto la possibilità dell’Ente di acquistare quell’area, che di fatto diventerà oggetto di contesa tra i proprietari, i concessionari e l’Ente.

Il Comune di Sant’Anastasia negli anni 70 prevedeva lo spostamento del mercato ortofrutticolo su altra area e nelle more ampliamento di quello in possesso con l’area ricevuta in comodato….

Da quel momento si pone attenzione solo alla sistemazione di quell’area ed ai servizi da offrire come mercato ortofrutticolo (con lavori tra progetto ed esecuzione degli stessi che durano di fatto 2 anni)  e si abbandona l’idea dello spostamento dello stesso

Si arriva all’anno 1996, quindi appena 13 anni dopo, 4745 giorni dopo, 4745 giorni di non lavoro alla risoluzione della questione, dove viene formalizzato con una lettera al Comune la richiesta di restituzione del bene occupato da parte dei proprietari.

Si arriva così al giudizio tra i proprietari del fondo ed il Comune, dove un CTU viene incaricato in primo grado per la quantificazione del danno, lo stesso stabilisce due criteri

  • Metodo dell’occupazione illegittima
  • Metodo del fitto

Dopodiché tra promesse e tentavi, nel 2003 – appena altri 7 anni e 2555 giorni di non lavoro alla risoluzione della questione – con verbale fatto all’interno della casa comunale, tra l’allora sindaco, i proprietari ed i rispettivi legali, con ancora giudizio pendente, circa l’occupazione illegittima dell’Ente, tentarono un accordo per la definizione del giudizio, ebbene, i proprietari erano disponibili ad accettare la vendita del bene al prezzo di 460.000.000 milioni di vecchie lire comprensivo di spese legali, e dando in locazione lo stesso bene per cinque anni al prezzo di 40.000.000 di vecchie lire. Ma anche allora non se ne fa più nulla … Finalmente anno 2005 dopo 31 anni e 11.315 giorni, il Comune perde in primo grado, per la modica cifra di euro 629.520,00, ovviamente l’Ente tenta ricorso innanzi alla Corte di Appello e nel 2011 si perde in maniera definitiva, mettendo un’altra piccola aggiunta alla modica cifra e arrivando quasi ad 800.000,00 EURO.

Questa è un piccolo riepilogo di quanto accaduto fino all’estate 2014, momento in cui decisi di dedicarmi anima e corpo a questa vicenda. Fin da subito ho riscontrato diffidenza, non nella mia persona ma nel rappresentare il Comune, il vero problema per i mercatali. In quei giorni, ed in particolare, ad agosto 2014 ho fatto prendere coscienza ai veri eroi di questa vicenda (gli attuali mercatali) che a settembre, e quindi il mese seguente, la stessa area sarebbe stata sgomberata, secondo quanto disposto dal giudice competente e dall’ufficio preposto. Il resto è frutto del lavoro congiunto di molte persone che hanno portato alla fine ed alla risoluzione della triste vicenda nel mese scorso, in data 15/10/15, dove finalmente le persone che hanno speso una vita all’interno di quell’area sono diventati padroni del loro futuro.

Non voglio utilizzare questo momento per mostrare la capacità messa per la risoluzione del problema, anzi, la scelta di far intervenire in conferenza stampa alcuni, oggi proprietari dell’area, ne dimostra il contrario, voglio mettere in evidenza quanto la Politica sia stata ed ha continuato ad essere lontana dalla realtà, non trovando per 40 anni mai il tempo necessario da dedicare alla risoluzione di questo problema, senza contare che si giocava con la vita lavorativa, e non solo, di centinaia di persone, senza considerare che il mercato resta l’ultimo luogo produttivo, dove si è fatta la storia del nostro Pese, dove questo continuo disinteresse reale alla questione con false promesse non ha fatto altro che abbandonare a se stessa un’area di interesse pubblico declassandola pian piano agli occhi di tutti,  mostrando ancora interesse ai selfie, alle lotte di potere tra persone e partiti, non considerando che quella cifra persa in giudizio è ancora una volta  qualcosa tolto a tutti quanti noi abitanti di Sant’Anastasia, che poteva essere investita per lo sviluppo del territorio, per risolvere qualche piccolo problema o magari per evitare di continuare a fare debiti fuori bilancio, per la sola manutenzione ordinaria del territorio (creando ancora una volta credito verso quelle imprese edili già dimezzate dalla crisi e dal vincolo della zona rossa).

Concludo dicendo che ogni abitante di Sant’Anastasia dovrebbe incominciare col preoccuparsi non per quello che viene deciso a Roma, ma per quello che viene fatto o non fatto a casa sua. Questa soluzione trovata in così poco tempo è stata possibile solo perché non ho mai inquinato il lavoro che si stava facendo, mettendo davanti interessi personali miei o dei miei conoscenti, anzi mi sono inimicato anche con qualcuno, mentre ai politici “colleghi” che oggi sono presenti sul nostro territorio,  vorrei ricordare che prima di essere stati politici erano uomini, e di sicuro torneranno ad esserlo, quindi di non perdere il distacco dalla realtà e di dare il massimo per garantire ai nostri figli un futuro migliore”.

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