Mondragone, AMBC: “O sàzio nun crére a ‘o diùno”

Mondragone – “Il lavoratore ha il diritto irrinunciabile a ferie annuali retribuite. Tuttavia, anche trovare un piatto a tavola è un diritto. E forse anche più cogente di qualche giorno di riposo e vacanza. Far arrivare, quindi, l’estate senza distribuire a chi ne ha impellente necessità (e diritto) gli ulteriori € 694.545 per le spese alimentari (e non solo) che il Comune di Mondragone ha ricevuto dal Governo, non solo non trova giustificazione degna di nota, ma- a nostro modesto avviso- è anche un “tantino” immorale: https://giornalenews.com/archives/360. E -come abbiamo puntualmente informato – di soldi da parte del Governo ne sono arrivati anche tanti altri, che rischiano di non giungere ai legittimi destinatari (imprese) o addirittura di essere restituiti (come nel caso dei centri estivi, servizi socioeducativi territoriali e centri con funzione educativa e ricreativa destinati ai minori 0/17):  http://www.contrastotv.it/mondragone-ambc-fondi-per-imprese-famiglie-e-minori-che-rischiano-di-essere-vanificati-dalla-burocrazia-di-pacifico/. Continuiamo ad avere l’impressione che dalle parti del sindaco-assessore al welfare Pacifico non ci sia contezza della reale condizione di difficoltà -e in tanti casi di vera e propria povertà- in cui versano non poche famiglie mondragonesi.

Eppure, nel corso di questi anni- mentre altri brigavano tra ETS e appalti rincorrendo clientele, elargizioni e spartizioni- l’AMBC ha cercato di rappresentare -con dati alla mano- la realtà sociale disastrosa di Mondragone. Aggiungiamo- in questa circostanza- che tra le famiglie in difficoltà ce ne sono poi alcune ancora più in difficoltà, come-per esempio- quelle monogenitoriali giovani, ossia dove la persona di riferimento del nucleo ha meno di 35 anni.  A Mondragone le famiglie monogenitoriali giovani rappresentano l’1,90% delle 12.516 famiglie presenti al 2019. Stiamo parlando di circa 240 famiglie. Non proprio pochine se compariamo -come al solito- la nostra condizione con le realtà circostanti. A Falciano del Massico, a Carinola e a Sessa Aurunca le famiglie monogenitoriali giovani sono lo 0,60%, a Teano lo 0,70% e anche a Formia le famiglie monogenitoriali giovani sono lo 0,70%. A Roccamonfina, invece, arrivano allo 0,80%, a Minturno allo 0,90% e a Cellole all’ 1,30%. Solo a Castel Volturno troviamo una situazione peggiore di quella mondragonese con il 3,20% di famiglie monogenitoriali giovani. A dimostrazione (ulteriore) di un gravissimo problema sociale (oltre che ambientale) lungo la Costa Domiziana.

Come hanno avuto modo di sottolineare gli esperti del settore, “le famiglie monogenitoriali hanno come persona di riferimento in massima parte madri sole, in quasi 9 casi su 10. E sono state nell’ultimo decennio tra quelle più esposte alla crisi, in alcuni casi anche perché meno inserite in reti sociali e familiari. Un rischio che in questa fase è diventato ancora più grande, con una crisi occupazionale che nei mesi scorsi ha colpito in misura particolare donne e giovani”. E anche i centri estivi o i servizi socioeducativi territoriali e i centri con funzione educativa e ricreativa destinati ai minori 0/17- per i quali abbiamo avuto soldi ma rispetto ai quali non v’è traccia di programmazione o azione comunale- non costituiscono solo un’occasione di svago, ma anche un’esperienza educativa a tutto tondo, utile soprattutto a bambine e bambini e a ragazze e ragazzi che vivono in famiglie in difficoltà. L’emergenza legata al coronavirus ha ulteriormente accentuato anche da noi le differenze tra coloro che godono di ampie opportunità dal punto di vista socio-economico e chi invece queste opportunità non le ha. Ma da noi le Responsabilità comunali (tecniche e politiche), quei “famosi capaci di tutto”, vanno- giustamente- in ferie, tanto c’è tempo per mettere in atto le procedure per distribuire “i buoni” e per fare tutto il resto (tra l’altro, nessuno ha imposto termini o scadenze e neppure l’obbligatorietà di alcune iniziative). È proprio vero: chi è sazio (soprattutto se è un “buono a nulla”) difficilmente riesce a credere a chi si lamenta perché è digiuno”.

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