Mondragone, AMBC: “Ombre del passato sul paese”

Mondragone – L’AMBC dichiara: “C’è un triste e squallido passato che continua ad allungare le sue tetre ombre sull’Amministrazione comunale. C’è un eterno vampiro che non smette di succhiare soldi dalle casse pubbliche e, quindi, dalle tasche dei mondragonesi, privandoli di welfare, di cultura o di politiche ambientali.

E’ la maledizione della monnezza! E’ un eterno <pizzo>! Ma se l’AMBC fosse stata in Consiglio comunale cosa avrebbe fatto a proposito della transazione con la Covim srl? Avrebbe ricordato che il Comune rescisse, a suo tempo, il contratto con la Covim per gravi e reiterate inadempienze. Avrebbe sottolineato che, quindi, il nostro Comune era vittima dei disservizi portati avanti da questa società nella raccolta e smaltimento dei rifiuti: così aveva determinato a suo tempo l’Amministrazione Conte (per aprire poi, di lì a pochi mesi, la triste pagina del Consorzio CE4 e dell’ECO4, una pagina ancora più vergognosa e tuttora in lettura nei Tribunali della Repubblica). Insomma, l’AMBC avrebbe gridato che il comune di Mondragone sosteneva di essere vittima delle inadempienze della Covim, al punto da rescindere il contratto, invocando le clausole in esso presenti e sottoscritte tra le parti e che, quindi, eravamo in credito con questa società.

E avrebbe chiesto: chi e perché non ha agito in tutte le sedi per ottenere da questa ditta il dovuto risarcimento? Snocciolando i nomi dei sindaci, degli assessori al bilancio e ai rifiuti ed i nomi dei tecnici responsabili al potere o al vertice burocratico dal 16 febbraio 2001 (data rescissione contratto) in poi. L’AMBC avrebbe letto qualche stralcio di qualche sentenza, per esempio quella del Tribunale di Santa Maria C.V. -Prima Sezione Collegio A -del 1 ottobre 2010, per far conoscere anche a quei consiglieri giovani -e forse ignari- un po’ di questo triste passato. Avrebbe letto in Consiglio comunale la Relazione sui traffici illeciti e le ecomafie della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, approvata nella seduta del 23-10-2000, in particolare da pag. 28 a pag. 30, per ricordare come si era <ostaggio> a suo tempo http://leg13.camera.it/_dati/leg13/lavori/doc/xxiii/047/INTERO.pdf. E avrebbe consegnato, soprattutto, la sentenza del Consiglio di Stato, Sez. V, 12/11/2003, che comunque si allega. http://www.altalex.com/documents/news/2003/11/17/servizi-pubblici-e-revisione-dei-prezzi-sussiste-la-giurisdizione-esclusiva-del-g-a, Invitando i Consiglieri a leggerla e a tirare le somme. L’AMBC avrebbe tanto voluto avere una voce in Consiglio comunale, possibilmente con altri toni rispetto a quelli dei <consiglieri apparatori>. Una voce libera ed indipendente, mai assente, in grado di dire ciò che viene taciuto, di svelare ciò che resta occulto e di opporsi alla dittatura di una maggioranza extraconsiliare, che ci farà sprofondare definitivamente. Ma, purtroppo, non è stato possibile. Per ora i mondragonesi continuano imperterriti a voler sentire altre voci o a premiare il silenzio. E ne hanno-ovviamente- piena facoltà. Già in altre stagioni politiche alcuni di quelli che oggi animano l’AMBC cercarono di mettere in guardia dai disastri che si stavano compiendo (con interrogazioni/interpellanze/mozioni, quando fu possibile avere una rappresentanza istituzionale o con centinaia di articoli e comunicati stampa, quando furono privati del consenso necessario). Pensiamo, per esempio, proprio al Consorzio CE4 e all’ECO4. Ma furono del tutto snobbati. Chi allora era al potere (e in parte lo è anche oggi, seppur dietro le quinte) si sentiva impunito, al di sopra di tutto e tutti. E oggi assistiamo, ma senza alcun godimento da parte nostra, alle macerie di quei lustri, che ancora attendono di essere rimosse dalla città, e alle debolezze di quegli ex potenti. Non vorremmo fra poco ritrovarci in una situazione simile. I prodromi ci sono tutti: anche i <nuovi potenti> di oggi, come quelli di allora, si sentono onnipotenti e i più furbi del reame. Noi, intanto, continuiamo in qualche modo a non essere assenti, anche per onorare il mancato consenso elettorale.”

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