Petruro Irpino, manifestazione enologica “Calici di Stelle”

Avellino – Torna la più attesa manifestazione enologica italiana “Calici di Stelle”, il suggestivo evento ideato da “Movimento del Turismo” e “Città del vino” anche a Petruro Irpino che ripete l’evento per il sesto anno consecutivo. L’appuntamento è per l’11 agosto nel piccolo borgo medioevale con inizio alle 20,30 e con la partecipazione delle più rappresentative realtà vitivinicole irpine.

Quest’anno la manifestazione assume un significato diverso, non solo per l’Amministrazione comunale, da sempre promotore dell’appuntamento, ma per tutta la Valle del Sabato: «rimarcare l’identità turistica del territorio. Petruro Irpino – afferma il primo cittadino Giuseppe Lombardi – da anni dedica “Calici di Stelle” e non solo alla promozione e valorizzazione delle ricchezze paesaggistiche, storiche, culturali e ambientali legate al vincolo indissolubile della specificità enologica del territorio: alla produzione del pregiato e ricercato Greco di Tufo. Un insieme di valori che hanno definito, una “marca turistica” di un’areale, piccola e circoscritta, che oggi è minacciata da una scelta “scellerata” che intende realizzare un impianto di trattamento rifiuti proprio nel cuore dei territori vitati. E quale migliore momento – conclude Lombardi – se non quello dell’evento Calici di Stelle dedicato a questi valori della terra (Petruro è una delle Città del Vino) per riflette insieme e ribadire il fermo No alla realizzazione di un biodigestore a Chianche?».

Il presidente del Consorzio della Tutela dei Vini d’Irpinia, Stefano di Marzo, che sarà presente alla manifestazione, ricorda, rafforzando e avvalorando il concetto, l’articolo 1 della legge 12 dicembre 2016 n. 238: «Il vino, prodotto della vite, la vite e i territorio vitivinicoli, quali frutto del lavoro, dell’insieme delle competenze, delle conoscenze, delle pratiche e delle tradizioni, costituiscono un patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale». Una posizione, quella del Consorzio di Tutela, sostenuta anche dal Ministro delle politiche agricole, con delega al turismo, GianMarco Centinaio, espressa in una nota di attenzione inviata al recente Convegno organizzato nell’ambito del “Love Fiano Festival” di Lapio.

A consolidare il fronte dei quanti ribadiscono il principio di salvaguardia di aree pregiate vocate alla Docg, sabato 11 agosto, saranno presenti alla manifestazione non solo i delegati istituzionali e dell’associazionismo ma anche quelli che rappresentano l’eccellenza Irpina nel Mondo nel settore enologico che fanno muovere l’economia di questa terra.

Univoca la posizione di Piero Mastroberardino: «L’Amministrazione Regionale non può chiudere gli occhi di fronte a un insediamento che potrebbe porre un macigno sopra la credibilità e le possibilità di sviluppo territoriale dell’Irpinia del vino. Agricoltura, turismo e ambiente – continua Mastroberardino – camminano di pari passo, oggi più che mai. Il settore dell’hospitality è ormai snodo centrale delle aziende vitivinicole, come è agevole riscontrare dagli investimenti che tutti gli operatori della filiera hanno effettuato in questi anni. Una scelta di insediamento di un impianto di compostaggio all’interno di un’area vocata a DOCG porrebbe a rischio anche gli interventi di spesa pubblica effettuati nel periodo. E, ancora, l’Irpinia non è né Napoli, né Salerno, dove gli elementi di attrazione turistica sono più ampi e variegati (le costiere amalfitana e sorrentina, le isole, i monumenti, l’archeologia di Pompei o di Paestum): in Irpinia il turista arriva se cerca salubrità, aria buona, verde, colline, agricoltura e, evidentemente, il pregio antico dei suoi grandi vini».

In linea con la posizione già chiaramente espressa dal Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia, i Feudi di San Gregorio che nei giorni precedenti ha già espresso la piena adesione al Comitato nato per contrastare l’installazione a Chianche di un biodigestore per il trattamento di rifiuti solidi urbani organici. «In questi anni – afferma il presidente dei Feudi, Antonio Capaldo – noi produttori abbiamo investito tantissimo per far conoscere il nostro territorio e farlo visitare, raccontando come e dove nascono i nostri vini. Non si tratta di una battaglia ambientale “di retroguardia” ma della volontà di continuare a far crescere una filiera economica che ha ancora prospettive importantissime di sviluppo e che in Irpinia beneficia oggi di un contesto naturale unico. In un mondo in cui tutti i territori vitivinicoli lavorano per presentarsi al meglio ai consumatori. Sarebbe un errore clamoroso – conclude Capaldo – e probabilmente non recuperabile procedere con questa iniziativa».

Una battaglia di civiltà abbracciata anche da Ferrante Di Somma delle storiche Cantine di Marzo a Tufo che ricorda le altre realtà europee che tengono ben stretto il valore della cultura vitivinicola: «Ho vissuto in molti paesi nella mia vita, anche in paesi con grandi difficoltà. Mi dispiace dire che non ho mai visto un tale livello di ottusità autolesionista come in Campania da parte di istituzioni che invece di difendere il territorio lo distruggono. Ho vissuto a lungo in Francia dove ho visto come il vino e il suo indotto può far vivere intere regioni. Un sindaco che decidesse di aprire un biodigestore in terre a vocazione vitivinicole causerebbe una nuova rivoluzione francese. Sogno il giorno in cui anche gli italiani impareranno a difendere i propri diritti dai soprusi».

Posizione chiara e netta al No anche da parte di Lidia Cennerazzo, delle Cantine Cennerazzo, tra l’altro componente dell’associazione “Le Donne del Vino” e delle Cantine che parteciperanno alla degustazione: dall’eccellenza dei vini di Macchialupa a quelli di Montesole, non dimenticando Feudo De Planca, La Marca,  Fattorie De Lillo e Otto Terre.

L’omaggio al nettare degli dei continua a Petruro Irpino nei giorni 12 e 13 agosto con la Sagra del Fusillo e del Greco di Tufo.

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