Riduzione degli orari di accesso alle cancellerie civili del Tribunale di Napoli Nord e stop alle attività al giudice di pace

Aversa – Carlo Maria Palmiero, presidente della Camera Civile afferma: “Da qualche tempo andiamo ripetendo che la giustizia, specie quello civile, non deve essere vista come un peso o un costo, ma come un’opportunità: se la “Giustizia” è l’istituzione cui ci si rivolge per ottenere soddisfazione per il mancato rispetto delle regole che lo Stato pone, è necessario, per la stessa credibilità dello Stato, che le risposte siano prevedibili, certe ed eseguibili. In mancanza è inutile porle.

Dopo esserci a lungo battuti per la costituzione del Tribunale e del Giudice di Pace di Napoli Nord, circondario giudiziario che recupera la troppo a lungo inattuata previsione del Tribunale di Giugliano in Campania, in ragione del numero di abitanti, della densità demografica e del, purtroppo, elevato tasso delinquenziale, siamo costretti a rilevare come siano del tutto insoddisfacenti, se non inconsistenti, le risposte giunte dal Governo e dagli Enti locali in ragione delle segnalazioni sollevate dall’avvocatura per garantire il miglior funzionamento degli Uffici.

Ad oggi infatti:

 –         per quanto riguarda il Tribunale,

  1. a)      non tutto il Castello Aragonese è stato liberato dalla polizia Penitenziaria, quantunque fosse stato previsto per il 31 marzo 2015 il termine per il rilascio di tutti gli uffici;
  2. b)      del tutto inadeguato è il personale amministrativo destinato a supporto dei Magistrati, con la conseguenza che, con provvedimento del 30 aprile 2015, la Presidente del Tribunale è stata costretta, per sopperire alle esigenze derivanti dall’attuazione del processo telematico, a ridurre a tre ore al giorno l’orario di accesso degli avvocati alle cancellerie;

 –          per quanto riguarda il Giudice di pace,

  1. a)      l’edificio in cui è ospitato è divenuto oggi insufficiente in ragione della progressiva chiusura delle sezioni già esistenti nel nuovo Circondario:
  2. b)      non risultano ancora appaltati i lavori per la ultimazione della capiente sede posta di fronte all’attuale edificio, ossia nell’ex complesso di San Domenico;
  3. c)      il personale, già di per sé insufficiente,2 ministeriali e quattro comunali provenienti dalle originarie sedi, si ridurrà a 2 + 1 a decorrere dal 25 maggio;
  4. d)      non si conosce ancora l’esito della promessa del Comune di Aversa di dotare, a proprie spese, l’ufficio di un ulteriore unità di personale;
  5. e)      il Ministero della Giustizia, sia rispondendo all’interrogazione parlamentare proposta, su sollecitazione della nostra Camera civile e dell’associazione Avvocatura Futura,  dal sen. Lucio Romano, sia per il tramite del responsabile dell’Ufficio speciale per l’edilizia giudiziaria di Napoli, ha unilateralmente scaricato sul Comune di Aversa ogni responsabilità e onere, fino al 1 settembre 2015, per il corretto funzionamento dell’ufficio, quantunque lo stesso Comune abbia evidenziato che qualsiasi propria attività dovesse essere figlia di una valutazione congiunta da attuarsi previa costituzione di un tavolo tecnico per valutare le proprie possibilità con le esigenze ministeriali.

Oggi, purtroppo, nonostante la disponibilità mostrata -nel corso dell’incontro tenutosi, grazie all’impegno dell’avv.Nicola di Foggia, del nostro direttivo, il 21 aprile 2015- dal Presidente della Corte di Appello di Napoli a farsi portavoce verso il Ministero delle criticità evidenziategli anche dalla Presidente del Tribunale di Napoli Nord, assistiamo ad un’ulteriore compressione dell’orario di accesso alle cancellerie del Tribunale e prevediamo, a decorrere dal 25 maggio, in assenza di fatti nuovi, il sostanziale fermo dell’attività giudiziaria presso il Giudice di pace.

Come avvocati, non possiamo che denunciare come intollerabile tale stato di cose evidenziando, ancora una volta, come, al di là della comoda ma infondata vulgata, gli avvocati siano vittime – e non artefici-  di questa caotica organizzazione giudiziaria, per la quale, invano, hanno chiesto di essere uditi dal Ministro della Giustizia.”

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