Russia aumenta la presenza in Siria: preoccupazione per gli Stati Uniti

Damasco – Cresce la preoccupazione americana per lo sbarco di nuovi dispositivi militari russi sul territorio siriano. Sono, infatti, giunte due navi piene di carri armati e veicoli blindati funzionali al trasporto delle truppe nella cittadina di Tartus, sui confini estremi del Mediterraneo. Proprio sul punto strategico, il regime sovietico dispone di una base permanente e di decine di soldati.

Numerosi componenti delle milizie russe sono presenti anche nei pressi dell’aeroporto Bassel Al Assad, in regione Latakia. Gli Stati Uniti si sono rassicurati, giungendo alla conclusione che i soldati sono circa 50, allo stesso modo, fonti nazionali, fanno sapere che non si è ancora ben compreso se i russi sono lì per distruggere l’Isis o per scontrarsi con l’opposizione del regime di Assad.

Russia e Usa continuano a dialogare via telefonica, sfruttando i ruoli di competenza estera di Sergey Lavrov e John Kerry. Volontà di confronto che nasce dalle paure degli Usa, che temono l’entrata nel conflitto di Mosca, ma anche dalla volontà di tornare ad uno stato di pace reale nel paese mediorientale.

Stando a quanto riportano alcuni fronti Hezbollah, i militari giunti in Siria sarebbero solo esperti. Abu Zalem, responsabile militare della fazione locale e reclutatore a Beirut, ha inoltre affermato che si necessita di strateghi, non di promotori di violenza.

Il quadro della situazione appare alquanto chiaro: innanzitutto la Russia, scottata dai no ricevuti per sorvolare Atene e Sofia dalla Nato, avrebbe studiato dei metodi alternativi per arrivare in terra siriana, usufruendo, nello specifico, del ponte dell’alleato Iran. Il piano di Putin e compagnia è di porsi a sostegno di Assad, mentre continuano gli scontri interni con l’avanzamento dei ribelli islamici verso Idlib, regione nord-occidentale.

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