Tangenti per lavori stradali: tre uomini in arresto

Roma –  Magagne d’affare. Proprio nelle ore in cui lo scandalo delle tangenti colpisce la Lombardia, continua a tremare irrimediabilmente il comune di Roma.

Sono stati, infatti, confinati nel regime limitativo dei domiciliari, due imprenditori e un funzionario del dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione di Roma Capitale con l’accusa di aver turbato la libertà degli incanti con attività di corruzione. Gli arrestati, usufruendo di una transazione di denaro, avrebbero tubato l’asta, aggiudicandosi manutenzione e sorveglianza delle strada di Grande Viabilità di Roma.

Nell’occhio del ciclone anche la gara di appalto tenutasi per l’assegnazione del Giubileo che era stata bloccata, poche ore dopo, dall’Anac (Autorità nazionale Anticorruzione). I due imprenditori hanno partecipato attivamente alla prima procedura negoziata e indetta dal comune di Roma e rivestivano, a tutti gli effetti, il ruolo di soci occulti. In particolare, le strade che sono coinvolte nello scandalo sono via Mura Latine e viale Porta Ardeatina, oggetto dei preventivi sia della Trevio srl che la Malù lavori srl.

Il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, aveva espresso parere contrario all’aggiudicazione formale datata 9 ottobre ed aveva predisposto dei controlli per tutte le società che avevano preso parte alla gara di appalto. Tra queste, le due incriminate che, in fase di gara, avevano rispettato il silenzio, annichilendo qualsiasi supposizione di collaborazione. Il comando provinciale dei carabinieri di Roma si è mosso in collaborazione con i carabinieri del comando per la tutela Ambientale, procedendo a sequestri e perquisizione nei domili dei due imprenditori. A seguire l’imposizione dei domiciliari.

Il funzionario comunale, Ercole Lalli, invece, aveva ottenuto 2000 euro dai due imprenditori per svelare i segreti della gara di appalto, soldi che aveva con sé all’interno di una busta anche al momento dell’arresto. L’intento era quello di conoscere chi faceva parte del sorteggio e la cooperazione era finalizzata all’ottenimento di appalti per oltre 1 milione di euro ciascuno. L’incremento delle probabilità di aggiudicazione era sia legato a gare per massimo ribasso che per media mediata.

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