Tragedia ferroviaria in Puglia, il messaggio del sindaco di Napoli de Magistris

Napoli – In primo luogo la Città di Napoli si stringe con un abbraccio fortissimo ai familiari delle vittime e ai feriti dell’immane disastro ferroviario avvenuto tra Andria e Corato, in Puglia, nel nostro Sud, in Italia.

Le dinamiche dell’evento tragico saranno accertate dalla magistratura e da chi indaga sul terribile fatto. Non possiamo però esprimere solo cordoglio e solidarietà, dobbiamo anche denunciare le responsabilità politiche e istituzionali storiche che sono la evidente concausa di eventi di questa tipologia. E’ vergognoso che vi siano tratte ferroviarie fondamentali, come quella che unisce la Puglia alla Calabria Jonica, sino a Reggio Calabria, con un solo binario, per lunghissimi tratti non elettrificato. Motori a diesel, ci manca poco che si trovi ancora la persona che con la pala riempie di carbone i motori. E’ uno scenario da inizi novecento. Nei decenni passati e sempre più negli ultimi anni i Governi non investono efficacemente al Sud, non mettono risorse per infrastrutture moderne. Negli ultimi tempi, poi, solamente tra sblocca Italia e legge di stabilità ci sono quasi cinque miliardi di risorse per le ferrovie, circa 4.800 milioni da Firenze in su e circa 60 milioni a sud di Firenze: 98,8% al nord e 1,2% al sud. Discriminazioni inqualificabili. Governi che investono miliardi di euro per la TAV in Val di Susa per un’opera inutile e dannosa che distrugge l’ambiente e depaupera risorse pubbliche favorendo oligarchie ed anche mafie. E’ accettabile che chi viaggia da Roma in giù verso la Sicilia paghi la stessa tariffa di chi viaggia da Roma in su ma con treni diversi, ovviamente quelli nuovi verso nord e quelli più vecchi verso sud? Potrei continuare. Ma oggi prevale il lutto in tutti noi. Non dimentichiamo mai però che ci sono responsabilità politiche evidenti, stratificate, radicate, anche recenti e finanche contemporanee. I nostri territori hanno diritto ad avere infrastrutture moderne, sicure, efficienti. Non vogliamo opere inutili come lo stretto di Messina o finalizzate a distruggere la natura, ma risorse per consentire trasporti pubblici locali decenti per gomma, ferro e mare.

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