Aggressione ai vigili, Panza: “la sicurezza urbana e’ una pressante richiesta collettiva”

Aversa – È notizia di cronaca recente la barbara aggressione ai danni di una vigilessa all’atto di calmare una donna condotta presso il locale Comando per le operazioni di rito, dopo che la stessa, in evidente stato di ebbrezza, aveva dato in escandescenza chiudendo anche in casa un malcapitato anziano in via Costantinopoli. Alla luce di quest’ultimo increscioso episodio, per nulla isolato, l’Associazione politico-culturale Democrazia & Territorio, oltre ad evidenziare le croniche carenze con cui è costretto a convivere il Corpo di Polizia Locale, avanza il concetto di ‘sicurezza urbana partecipata’ come obiettivo che la prossima Amministrazione comunale deve porsi. Perché, come scritto nel programma di D&T, ‘una città più sicura è la condizione essenziale affinché i cittadini possano sentirsi liberi circolare e svolgere le loro attività’.

A ribadire tale idea è Filippo Panza, vice presidente, insieme a Rachele Arena, dell’associazione guidata da Ferdinando Tavasso. “Appare chiaro – esordisce Panza – che le politiche sulla sicurezza non possono prescindere da una risorsa così importante come il Corpo di Polizia Locale. Non è ammissibile che tutti i giorni gli appartenenti al Corpo debbano affrontare e soddisfare i compiti istituzionalmente ad esso demandati senza l’ausilio dei più elementari strumenti necessari a svolgere le proprie mansioni. Oltre all’annosa precarietà derivante dalla mancanza di formazione, con particolare riferimento a quella sui ‘protocolli d’intervento’ del personale in determinati eventi, e alla carenza di personale, è davvero incredibile che, a differenza di tutti gli altri Corpi delle forze dell’ordine, ai ‘caschi bianchi’ è precluso l’accesso alla banca dati interforze, sistema S.D.I., con la surreale conseguenza che all’agente in strada non è dato sapere se la persona sulla quale sta eseguendo accertamenti sia un normale cittadino o un pericoloso latitante con precedenti penali. I vigili urbani non possono prestarsi ad essere presi in giro, vanno rispettati. Altrimenti accadono episodi come quello avvenuto alcuni giorni fa. La gente deve sentirsi tutelata ed i primi a dover avere una maggiore coscienza del proprio delicatissimo ruolo sono proprio gli uomini e donne del citato Corpo. Tale situazione incresciosa è un incentivo alla mancanza di rispetto delle normali regole di convivenza civile: abbandono di rifiuti lungo le strade, schiamazzi diurni e notturni, atti vandalismo e traffico caotico. La conseguenza sono i notevoli disagi che i cittadini devono subire. Il concetto di ‘sicurezza urbana’ non può e non deve essere separato da tutto ciò. E’ un bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa del rispetto delle norme che regolano la vita di una comunità, per migliorare le condizioni di vivibilità nella nostra città, la convivenza civile e la coesione sociale.

La sicurezza urbana è una pressante richiesta collettiva. Definire la sicurezza come un problema urbano serve ad affermare un nuovo ruolo di soggetti istituzionali che non hanno mai avuto competenze e responsabilità dirette nella prevenzione e nel contrasto della criminalità. L’asse portante della sicurezza urbana richiede un esplicito intervento da parte dell’Amministrazione e del Comune, che si affianca alle Forze di Polizia. Democrazia & Territorio, al fine di rendere più sicura la nostra città crede sia necessario dare vita, con il concorso di tutte le istituzioni e delle associazioni categoriali interessate, ad un Osservatorio Permanente per la Sicurezza e la Lotta alla Criminalità sul territorio urbano. Appare quindi necessario intensificare le molteplici iniziative istituzionali volte a modellare politiche urbane improntate alla tutela del ‘bene sicurezza’: per un verso cultura della legalità, educazione al rispetto dei comportamenti sociali e civili; per l’altro, sicurezza stradale e volontà di affermare un concetto allargato di sicurezza come valore fondante e costitutivo delle libertà civili, sociali e politiche di una comunità. Si tratta del concetto di ‘sicurezza partecipata’ – conclude Panza – che deve prendere ancora maggiormente forma nella capacità di dialogo e di interazione tra i cittadini ed il Comune, consolidando le azioni di prevenzione più che di repressione”.

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