Mondragone, AMBC: “Chi prima si alza comanda”

Mondragone – Ormai a Mondragone comanda chi si alza prima la mattina. Un paio di esempi. Fioccano in città telecamere e sistemi di videosorveglianza. Le ultime determinazioni sono la n. 320 del 09-03-2021 per l’installazione di telecamere ad alta risoluzione con rilevazione targhe presso il centro di raccolta comunale area ex IDAC (quello fatto nascere in una zona di particolare interesse archeologico e -per decreto- sottoposta a vincolo, nonché adiacente al mercato ortofrutticolo; centro per il quale il Consigliere regionale Zinzi ha interrogato la Giunta regionale e ha chiesto di ascoltare i rappresentanti comunali in Commissione Agricoltura presieduta dal Verde Borrelli) e la n. 211 del 16-02-2021 riguardante il “servizio di revamping videosorveglianza cittadina del comune di Mondragone”.

Quest’ultima- al di là dell’inglesismo che l’internazionale Bonuglia ha voluto dedicare a Dante Alighieri- riguarda il rinnovamento (la ristrutturazione e il potenziamento) della videosorveglianza cittadina con postazioni previste e/o potenziate in via Duca degli Abruzzi (altezza Comando dei VV.UU.), sul lungomare (all’altezza del Lido “Sombrero”), sul lungomare/via Oliveto, in piazza Schiappa e in via L. M. Conte (sono informazioni che riportiamo integralmente dall’allegato alla determina). L’AMBC non è contraria all’uso di questi sistemi, anche se avrebbe voluto un loro maggiore utilizzo soprattutto per sconfiggere una volta per tutte l’abbandono criminale dei rifiuti (di ogni tipo) per le vie della città e per le strade periferiche. Tuttavia, applicazioni così invasive non possono essere lasciate alla mercé degli apicali comunali.

L’AMBC condivide perciò quanto sostenuto dall’ANCI, la quale più volte ha sottolineato come sia non solo auspicabile ma necessaria l’adozione di un Regolamento, a sostegno degli atti deliberativi e delle determinazioni dell’Ente Locale, quale massimo strumento di legittimazione e condivisione, per un corretto utilizzo di tali strumenti. E l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ha rimarcato come la predisposizione del Regolamento sia una forma di grande trasparenza amministrativa nei confronti dei cittadini, che vedrebbero così protetti i propri dati personali, secondo regole chiare, inderogabili e incisive. A tale scopo l’ANCI ha da tempo predisposto un testo di Regolamento Comunale per la gestione di un sistema di videosorveglianza da considerarsi indicativo, contenente gli aspetti di fondamentale importanza.

L’AMBC, “scottata” dal precedente Regolamento per l’Amministrazione Condivisa mutuato da LABSUS, proposto (e consegnato) a Pacifico nel 2017 e successivamente a tutti i Consiglieri comunali e mai considerato (proprio perché lo avevamo proposto noi), si guarda bene ora dal proporre di adottare il Regolamento dell’ANCI in materia di videosorveglianza. L’AMBC spera che qualche benemerita corporazione cittadina (pardon, volevamo dire albo/consulta) si muova come è stato fatto di recente sull’evasione (pardon, volevamo dire sulle entrate). Loro sì che vengono ascoltati. E all’unanimità (altro che Draghi…).  Secondo esempio. Nicolò Savarino, un vigile urbano siciliano di 42 anni in servizio a Milano, il 12 gennaio 2012, mentre stava effettuando un controllo di routine in un parcheggio del capoluogo lombardo, fu travolto e ucciso da un suv, alla cui guida vi era un minorenne (in compagnia di un ventiseienne). Un efferato omicidio nei confronti di un Agente di polizia locale che stava svolgendo il proprio dovere.

Un crimine che scosse non poco la pubblica opinione. Onorare la memoria di Savarino (come dei tanti “servitori dello Stato” caduti nell’adempimento del proprio dovere e delle tantissime vittime innocenti della criminalità -nostrana e/o immigrata- o del terrorismo) è assolutamente doveroso e alimentare il suo ricordo è anche un modo per ringraziare quanti ogni giorno mettono a rischio la propria incolumità per assicurare il rispetto della legge e per garantire la sicurezza dei cittadini. Quindi, nulla in contrario all’intitolazione del nuovo comando (quello ubicato verso la periferia della città, in una zona tranquillissima, quasi placida, utilizzando impropriamente una struttura scolastica) a Savarino, ma l’operazione deve essere fatta nel rispetto della legge (se non altro per scongiurare l’enorme paradosso di intitolare una pubblica struttura ad un tutore della legge procedendo però in contrasto con la legge).

Sappiamo che la competenza in materia è della Giunta Municipale, la quale è obbligata a seguire l’iter della legge n. 1188/1927 che regola la materia e che prevede, tra l’altro, l’autorizzazione del Prefetto (stendiamo per ora un velo pietoso sulle commissioni toponomastiche che vanno e vengono). Noi la delibera della Giunta con la quale si decideva di intitolare il nuovo comando dei vigili urbani a Savarino non l’abbiamo trovata, ma potrebbe essere un nostro limite di ricerca. Quindi, se pubblicamente smentiti, fin d’ora porgiamo le nostre scuse. Ma, in caso contrario, ci aspettiamo che si proceda a sanare quanto maldestramente fatto (da chi?) e a mettere in piedi la procedura di legge. Chiedendo -semmai- a questi mattinieri apicali della burocrazia comunale di attardarsi un po’ di più nel letto, in modo da evitare di prendere all’alba- e troppo spesso impropriamente- lo scettro del comando della città. Uno scettro che passa di mano in mano ma che un ignaro Sindaco -affetto di recente anche da “selfite” – da quattro anni a questa parte è l’unico a non riuscire mai ad afferrare.

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