Sanità, medici in protesta: “Tagli a esami inutili”

Politica – Il Governo taglia, il mondo dei medici risponde come può. E’ prevista per il prossimo novembre, infatti, la protesta dei professionisti della salute umana (dai privati agli ospedalieri) si scaglia contro la riduzione dei fondi per la sanità che equivale ad una riduzione effettiva di 2,3 miliardi per il 2015.

Sono trascorsi appena due giorni da quanto il decreto è passato sotto le mani dei sindacalisti. La spending review non vanta l’appoggio dei camici bianchi, i quali ritengono di essere stati delegittimati e puniti. Gli organi interni al ramo non nascondono il loro disappunto: “Diventiamo meri funzionari. Approvano il progetto risparmio in generale i medici ma non accettano che la revisione delle prestazioni si trasformi, nel quotidiano, in un’imposizione burocratico-finanziaria sulle prescrizioni. Una revisione che vuol dire stretta su analisi, visite ed esami per immagini. Ma anche penalizzazioni, sanzioni pecuniarie, nei confronti dei camici bianchi che firmeranno richieste inappropriate e non conformi alla lista che è stata “corretta”. Sono 208, su 1700, le prestazioni che fino ad oggi sono state totalmente gratuite e che nel prossimo futuro diventeranno a pagamento nel caso fossero considerate non necessarie per il paziente. Dagli esami con la Tac o la risonanza, al controllo del livello del colesterolo ai test, ai piccoli interventi odontoiatrici fino ai test allergici“.

I provvedimenti governativi, che già sono stati ritenuti dai medici componenti di una “black list”, sarebbero totalmente da abolire. Inoltre si assisterebbe ad una totale riduzione del margine di dialogo tra le parti. Luigi Conte, presidente degli Ordini, è preoccupato: “Siamo davvero esterrefatti per ciò che sta accadendo, per l’atto di definanziamento della sanità”.

Per gli ospedalieri Anaao, il Governo starebbe decidendo quali esami far fare ai pazienti. Nell’ottica turbolenta si sono già inseriti Fp-Cgil medici, oltre all’associazione chirurghi ospedalieri, cittadini e pazienti implicati che si uniscono ai sindacati.

Per Luca Zaia sono “208 schiaffi ai malati ed ai prescrittori”. La Lorenzin, dal canto suo, ribadisce i motivi del provvedimento: “Non è caccia ai medici. Molti esami che prescrivevano sono stati tagliati perché inutili, per fare spazio all’appropriatezza. Si fanno le analisi che servono. L’eccesso costa 13 miliardi allo Stato. Inoltre, la sanzione verso il medico che non si attiene alle nuove regole scatta sulla parte accessoria dello stipendio del medico dopo un contraddittorio, ma non parliamo di un singolo caso di errore”.

Collegati al nostro canale whatsapp per restare aggiornato