Campania – Giovanni Ermete Gaeta, in arte E. A. Mario, fu l’ ultimo cantore delle nostre terre. Nato a Napoli nel 1884, abitò prima della Grande Guerra a Sant’ Arpino, piccolo comune atellano della provincia di Caserta. Oggi, ad oltre sessant’ anni dalla sua morte, (Napoli, 24 giugno 1961) è considerato uno dei poeti dialettali più importanti del Novecento.
Inutile soffermarci sulla sua produzione poetica, musicale e giornalistica. Basta per tutte citare le canzoni: “Rose rosse”, “Santa Lucia luntana”, “Balocchi e profumi”, “Tammurriata nera”, “Comme se canta a Napule” e “La Leggenda del Piave”.
Da alcune testimonianze si è saputo che il poeta aveva soggiornato nel paese atellano tra il 1905 e il 1910, ma non se ne avevano prove concrete. E. A. Mario è morto da oltre 60 anni ed è stato molto difficile risalire ai figli ed ai nipoti, per aiutarci a ricostruire la brillante carriera di quest’ ultimo trovatore, che ci ha lasciato un patrimonio di versi scritti e cantati che hanno fatto il giro del mondo. Finalmente una polverosa biblioteca ci ha restituito, per caso, un giornale di oltre mezzo secolo fa, “la Strada”, un periodico giovanile di letteratura, critica ed arte fondato da giovani universitari. In prima pagina, una poesia inedita di E. A. Mario: “O’ corso”, con un interessante editoriale del direttore che ne ripercorreva la lunga carriera artistica.
E. A. Mario, dunque, abitò a Sant’ Arpino agli inizi del secolo scorso. Vi era venuto perché per vivere faceva l’impiegato postale presso la sede centrale delle Poste di Napoli. Qui aveva conosciuto un suo collega di lavoro, proprio di questo paese, tale Rinuccio Limone con il quale strinse un’ intensa amicizia che durò tutta la vita. Il cantore, in quel periodo stava vivendo una storia d’amore con una ragazza di Frattamaggiore e per starle più vicino, era venuto ad abitare in fondo a “Chiazza Mariatella”, una località del piccolo comune. Lì, aveva composto poesie come “Albero parlante”, “ Ammore guaglione” , “ Palazziello sgarrupato” e qualche canzone.Da fonti certe, sappiamo, però, che il poeta prima dello scoppio della seconda Guerra Mondiale si era già trasferito a Napoli, dove fu legato anche da una profonda amicizia con Eduardo De Filippo.
Nel 1919 sposò Adelina Guaglianone, figlia di un’attrice di varietà al tempo molto famosa, ma ricordò sempre con nostalgia i suoi sentimenti giovanili di amicizia e di amore ed anche i luoghi dove aveva vissuto. Da ulteriori ricerche è emerso che E. A. Mario compose migliaia di versi dialettali e canzonette, molte delle quali rimaste inedite ed altre pubblicate postume.
Esse sono un elogio alla terra nativa, al mare, ai vicoli stretti e brulicanti di vita, agli amori giovanili, ai personaggi di quella Napoli oleografica fatta di credenze e superstizioni. E. A. Mario fu un poeta che fece conoscere la sua città in tutto il Mondo. I suoi versi sono diventati capolavori della musica classica napoletana, attraverso le voci di artisti famosi come Bruno Venturini, Massimo Ranieri, Sergio Bruni e Roberto Murolo, che nel 1963 gli dedicò il primo di una serie di Album, dal titolo,“ Le canzoni di E. A. Mario”.